Shai Efrati, il medico israeliano a Y-40 The Deep Joy: «La ricerca contro l'invecchiamento cerebrale passa per allenamento in apnea»

Lo studioso delle malattie del cervello e dell’ossigenoterapia alla scoperta dell’apnea come training cerebrale ed antiaging nel laboratorio di ricerca nella piscina con acqua termale più profonda del mondo

Shai Efrati, il medico israeliano a Y-40 The Deep Joy: «La ricerca contro l'invecchiamento cerebrale passa per allenamento in apnea»
Shai Efrati, il medico israeliano a Y-40 The Deep Joy: «La ricerca contro l'invecchiamento cerebrale passa per allenamento in apnea»
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Venerdì 26 Aprile 2024, 12:34

Invitato in Italia dal professor Gerardo Bosco per partecipare al convegno internazionale dell’Università degli Studi di Padova “Indicazioni emergenti di medicina iperbarica”, il medico israeliano luminare mondiale dell’antinvecchiamento cerebrale SHAI EFRATI, nonché professore di Medicina e Neuroscienze dell'Università di Tel Aviv e direttore del Centro di Medicina e Ricerca Iperbarica al Centro Medico Yitzhak Shamir in Israele, ha visitato ieri pomeriggio Y-40 The Deep Joy. Accompagnato a Montegrotto Terme proprio dal professor Bosco, direttore del Master in Medicina Subacquea ed Iperbarica dell’ateneo patavino, il Dr. Efrati ha avuto modo di “immergersi” nell’atmosfera della piscina più profonda del mondo con acqua termale salsobromoiodica alla scoperta dell’apnea.

Location ed esperienza legate a doppio filo al curriculum e agli studi che il Dr. Efrati sta portando avanti: dal 2008 presidente della Società israeliana per l'immersione e la medicina iperbarica, dal 2020 ha sviluppato gli studi sulla somministrazione dell’ossigeno nella cura e nei processi di antiaging, affermandosi come uno dei più grossi nomi al mondo nella ricerca sul cervello ed il suo invecchiamento. Ora, a capo del programma di ricerca sulla neuroplasticità e sulla riabilitazione conoscitiva tramite l'uso dell'ossigenoterapia iperbarica, dimostra nei suoi studi clinici, come questo trattamento migliori le funzioni neurocognitive nella lesione cerebrale post-ictus e traumatica. Il suo lavoro sta focalizzandosi sugli effetti rigenerativi dell'ossigeno iperbarico su lesioni cerebrali come ictus, sindrome post-commozione cerebrale, lesione cerebrale traumatica, Covid lungo, trauma emozionale severo, stress post traumatico, morbo di Alzheimer pure con un'attenzione speciale sul declino funzionale relativo all'età.

Efrati sta così dimostrando che erogare ossigeno ad una concentrazione e pressione superiori a quelle atmosferiche migliora il cervello e le prestazioni fisiche in adulti sani in invecchiamento, anche grazie alla fondazione del Global Aging Consortium, centro che cura fino a 200 pazienti al giorno dimostrando miglioramenti su attenzione, velocità di elaborazione delle informazioni e funzioni esecutive, livelli di energia, modelli di sonno, sintomi psichiatrici e gestione del dolore, che generalmente diminuiscono con l'invecchiamento.

«Mi incuriosisce molto Y-40 come Open Lab, soprattutto se legato all’apnea che ritengo sia un’attività di allenamento anche cerebrale – ha spiegato il Dr.

Shai Efrati. – Ognuno di noi guarda all’apnea dalla propria angolazione e io, come fisiologo, vedo in questa disciplina soprattutto il controllo mentale. Quest’attività, se non portata all’estremo, non comporta rischi per l’organismo e anzi attraverso il controllo del cervello prepara e sfida il corpo stimolandolo in maniera attiva. Nei miei propositi c’è lo studio di alcuni apneisti in immersione che, indossando il casco che misura l’attività cerebrale, dimostrino il controllo sui movimenti corporei, sulla pressione sanguigna, sulla propria performance e le riserve che sviluppa il cervello».

«Y-40 è il laboratorio subacqueo dove svolgiamo parte della ricerca alla medicina iperbarica - spiega il prof. Gerardo Bosco - Il convegno internazionale di questi giorni, che rientra nello stage del master in medicina subacquea e iperbarica dell’ateneo, è fortemente voluto dall’Associazione dei pazienti trattati in iperbarismo, con presidente onorario il prof. Giuliano Vezzani, ex primario di anestesia di Fidenza, uno dei pionieri dell’ossigenoterapia iperbarica a Fidenza/Parma e in Italia. Dopo molti anni di lavoro, una nuova indicazione dell’Ossigenoterapia iperbarica è stata accettata ossia provata scientificamente in Europa e poi negli Stati Uniti come l’osteonecrosi di cui ho parlato al congresso. L’intervento di Shai Efrati, invece, ha spinto molto sui benefici sulla rigenerazione del cervello e quindi dell’uso dell’Oti sulle neurodegenerazioni, mentre l’intervento di Folke Lind da Stoccolma ha approfondito i benefici sulle patologie intestinali infiammatorie e l’ex studente del master Simone Schiavo, ora a Toronto come professore di anestesia, ha trattato i risultati molto promettenti in patologie neurodegenerative».

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