Produzione olivicola in calo del 30 per cento: «Tutta colpa della Xylella»

Produzione olivicola in calo del 30 per cento: «Tutta colpa della Xylella»
di Tranquillino CAVALLO
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 05:00

Poca produzione, ma con una qualità eccellente: così si presenta l’annata olivicola 2023/2024, che ha preso avvio già da qualche giorno in provincia di Brindisi, con un calo produttivo che si stima in circa il 30%. Quasi azzerata la produzione a sud della provincia mentre nei territori a nord si continua a combattere contro la xylella.

La nuova campagna

L’apertura  è stata anticipata di una quindicina di giorni confronto alle stagioni precedenti. Purtroppo da circa dieci anni, dal 2013 con la sua prima comparsa, il batterio della xylella Fastidiosa ha avuto un impatto letteralmente devastante, non solo su questo comparto, ma sull’intero ecosistema agricolo della regione Puglia. “Le piante colpite – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Giovanni Ripa - si stima possano essere state più di 20 milioni in tutto il territorio Salentino. Il batterio è responsabile della diffusione della malattia conosciuta come il “complesso del disseccamento rapido dell’olivo” (CoDiRO), ed ha la capacità di essere facilmente trasportato da molteplici vettori tra i quali il più noto è la sputacchina media”. La diffusione di questa malattia non ha avuto solo un effetto devastante sulla produzione complessiva di olio (-40%), ma anche sull’ambiente, sul paesaggio e sull’intero indotto turistico, date le tetre parvenze dei campi. «Il contagio, partito dalla provincia di Lecce, ad oggi ha invaso la provincia di Brindisi, che rientra nella zona infetta, ha raggiunto il tarantino e dal 2018 ha superato minacciosamente i confini della provincia di Bari». 

Gli olivicoltori


Non demordono. «Certamente – ha confermato il presidente – per quanto riguarda la qualità la presente annata può essere reputata ottima, data l’assenza, rispetto agli scorsi anni, della mosca delle olive. Questo può essere ricondotto alle alte temperature che si sono registrate a partire dalla fine del mese di luglio, che hanno garantito il non proliferarsi delle infestazioni di tale insetto».
Il buon prodotto, quindi, fa sperare in una buona commercializzazione. «In generale – ha tenuto a spiegare Ripa - l’intero mercato nazionale è in forte ripresa, grazie anche al fatto che i nostri competitor hanno un forte calo di produzione. Un esempio ne è la Spagna, ma anche il resto del Mediterraneo, in particolare la Tunisia, dove le condizioni climatiche avverse hanno prima condizionato negativamente il processo di allegagione della drupa e poi sono state seguite da forte siccità».
Intanto, anche per il settore olivicolo Coldiretti Brindisi sta per istituire un tavolo provinciale di consultazione al fine di mettere a punto tutte le problematiche del settore e le relative azioni da intraprendere elaborando delle proposte da sottoporre al tavolo olivicolo regionale di Coldiretti. 

La situazione


«I nostri sforzi maggiori sono sul contenimento della diffusione della xylella, nonostante le note difficoltà, che hanno incluso misure di quarantena, come l’abbattimento degli alberi infetti, l’obbligo di attuazione delle buone pratiche agricole e la promozione di varietà resistenti alla malattia. Ad oggi, le cultivar di olivo selezionate in quanto resistenti agli attacchi del batterio sono il Leccino e FS-17 (Favolosa) e, da poco tempo, si ripone speranza anche in una terza varietà (da mensa), ovvero la Sant’Agostino». Pertanto, alla luce di queste nuove pratiche si può affermare che in Provincia la produzione della campagna olivicola di quest’anno risulta essere soddisfacente. «Questo lo si deve alla buona allegagione e alle precipitazioni abbondanti che hanno caratterizzato la fase di prefioritura, in cui le piante hanno giovato di idonee condizioni vegeto-produttive, consentendo anche un migliore sviluppo della drupa», ha sottolineato il presidente. 
«Ciò nonostante, la produzione subirà una riduzione di circa il 25-30%, proprio a causa della presenza del batterio nei nostri areali di produzione.

In particolare, la fascia più a sud, ovvero quella confinante con la provincia di Lecce, risulta essere molto più compromessa, mentre nella fascia più a nord, dove la raccolta è iniziata da oltre dieci giorni, ci sono buone possibilità che il prodotto sia quantitativamente maggiore data il minor numero di alberi colpiti da xylella fastidiosa». Moderata soddisfazione è espressa anche dal produttore Vincenzo Iaia di Ostuni: «Complice anche la scarsa pressione della dacus (volgarmente detta mosca delle olive), il risultato che si prospetta è entusiasmante: olio in quantità, di qualità eccellente e quotazioni del mercato in forte ascesa ascriveranno la campagna olearia 2023 fra le più significative dell’ultimo decennio». Purtroppo resta immutato «il problema del patogeno, la cui avanzata, seppur rallentata, non si ferma: il più grande rischio per la nostra area, nota proprio per essere la “piana degli ulivi monumentali” è quello di perdere il principale elemento identitario, non solo dal punto di vista visivo, ma anche culturale. Il paesaggio rurale è infatti un paesaggio culturale quando natura e lavoro dell’uomo si completano e si esaltano a vicenda: ogni tentativo va fatto per cercare una soluzione a questa enorme piaga», ha concluso Iaia.

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