Sanità, aut aut a Emiliano, «Rotazione per Montanaro o ci saranno conseguenze»

Nella foto il dirigente del Dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro
Nella foto il dirigente del Dipartimento Salute della Regione Puglia Vito Montanaro
di Massimiliano IAIA
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Lunedì 6 Maggio 2024, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 21:06

Alla vigilia del voto della mozione di sfiducia in Consiglio regionale (la decisione definitiva sulla discussione del testo del centrodestra sarà presa oggi in Conferenza capigruppo) è la grana sanità a mettere all’angolo il governatore Michele Emiliano. Venerdì scorso, il presidente aveva incontrato i gruppi di maggioranza per illustrare la delibera sul programma triennale di rotazione ordinaria del personale della Regione 2023-2025, «per rendere più stringente la rotazione dei dirigenti delle sezioni ad alto rischio di corruzione».

«La legge che abbiamo approvato è chiara - aveva detto Emiliano -: i direttori generali delle Asl che hanno sfondato il limite di spesa farmaceutica decadono dall'incarico, quindi verranno turnati, senza nessuna colpevolizzazione, ma evidentemente come elemento di stimolo nella realizzazione degli obiettivi che la Giunta regionale e il Dipartimento hanno loro indicato». Ma a complicare le cose è spuntato un messaggio postato dal direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro nella chat condivisa con i direttori generali, nel quale il capo del Dipartimento Salute esorta alla calma i manager preoccupati a loro volta per la rimozione dai rispettivi incarichi.

Montanaro avrebbe rinviato la discussione a colloqui «con il Presidente subito dopo il Consiglio Regionale del 7 maggio».

Azione: o rotazione o via dalla maggioranza

Una mossa, questa, che ha provocato una dura reazione da parte di Azione, che ora chiede a Emiliano la testa di Montanaro, pena - in sostanza - l’uscita dalla maggioranza. D’altra parte proprio Azione aveva sempre particolarmente insistito sul rispetto della legge che prevede la decadenza dei dg Asl in caso di sforamento della spesa farmaceutica: «Sentiamo un odore di presa in giro», hanno detto in una nota i consiglieri Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea. Il messaggio di Montanaro «dimostra un sentimento diretto - ancora una volta - a violare o eludere le leggi, oltre che una chiara invasione di campo in questioni politiche non attinenti ai compiti della dirigenza».

Da qui la richiesta dei calendiani sta subito in un aut aut su Montanaro: «La prima rotazione che chiediamo, entro il 7 maggio, è quella di Vito Montanaro, poiché avremmo voluto leggere un messaggio molto più pertinente alle funzioni tecniche, tipo questo: “Cari colleghi, nella pubblica amministrazione le leggi si rispettano. La legalità non è un happening di moralisti, ma una pratica quotidiana su piccole e grandi cose. Pertanto, mi spiace comunicarvi la vostra decadenza da direttore generale, così come legge prevede”. E invece niente. Tutto il contrario. Rassicurazioni incredibili, con il giubilo di alcuni direttori generali, sull’ennesima elusione delle leggi vigenti, consentita dalle burocrazie regionali attraverso la mancata vigilanza oppure, ma questo è solo un sospetto, per complicità». I consiglieri di Azione non usano giri di parole, e spiegano chiaramente quali saranno le loro scelte qualora non venissero accontentati: «Il mancato accoglimento della rotazione di Montanaro entro il 7 maggio avrà ovviamente conseguenze politiche perché in violazione della nostra proposta di protocollo di legalità, ben più robusta di quella proposta da Conte e dai Cinquestelle. La legalità, intesa come il rispetto delle leggi in materia di strutture burocratiche e di lotta alle liste d’attesa in sanità, non è un gioco politico ma una pratica di vita».

La spesa farmaceutica

Ma le minacce per la maggioranza non riguardano solo la querelle Azione-Montanaro. Nella mattinata di ieri era stato il presidente della Commissione Ambiente della Regione Puglia Michele Mazzarano a sottolineare come «la spesa farmaceutica dell’Asl di Taranto non possa essere valutata come le altre». «Sono condivisibili - ha detto Mazzarano - le norme che impongono maggiori controlli sui centri prescrittori per il contenimento della spesa farmaceutica ma non si può pensare che tutti i territori pugliesi siano uguali». Il consigliere regionale fa riferimento alle rilevazioni delle analisi epidemiologi, che evidenziano come la popolazione di Taranto, in riferimento alle principali patologie oncologiche e croniche, abbia i valori più alti in termini di prevalenza. Nel Sin di Taranto l’incidenza dei ricoveri e della mortalità è superiore ai dati regionali per tutti i tumori maligni, per i tumori di polmone, rene e vescica, per li mesotelioma, per i linfomi, per le malattie degli apparati circolatorio e digerente. Questo complesso quadro ambientale e sanitario rende l'interpretazione degli indicatori sanitari della provincia di Taranto decisamente più complesso rispetto alle altre province. Per questi motivi la spesa sanitaria e quella farmaceutica della Asl Taranto non possono essere valutate comparativamente né con le aziende ospedaliere né con le altre Aziende Sanitarie della regione». Il finale, per Emiliano, sa di già sentito, perché si tratta del solito bivio: «Scelte chiare di attenzione alle sofferenze di Taranto - conclude Mazzarano - saranno determinanti per il rinnovo della fiducia al presidente Emiliano e alla sua maggioranza».

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