Il primo marzo scorso la giunta del Comune di Taranto ha approvato la delibera n. 72 contenente l’atto di indirizzo con il quale viene aumentato lo stipendio dell’avvocato Greta Marraffa, capo di Gabinetto del sindaco Rinaldo Melucci, “in virtù - si legge - della gravosità e della complessità delle attività proprie del Capo di Gabinetto correlate anche alla dimensione del Comune di Taranto, alla complessità dell’Ente e alle problematiche della città”. Pertanto, “in ossequio ai principi di ragionevolezza e buon andamento dell’azione amministrativa,” si stabilisce di “dover parametrare il compenso spettante all’unità di staff appartenente all’Area dei funzionari cui sono attribuite dette funzioni, alla retribuzione tabellare prevista per la dirigenza”.
L'indignazione della politica
Insomma, un bel salto economico per la giovane professionista attraverso cui si vuole ricompensare l’impegno profuso nello svolgimento della sua attività.
La carriera del giovane avvocato
Le forze progressiste ricordano la folgorante carriera nella Pubblica Amministrazione tarantina dell’avvocato Greta Marraffa: «Vale la pena rilevare, al solo fine di cronaca, che l’attuale capo di Gabinetto, nell’arco di pochi mesi è passata dal ruolo di staffista, a quello di funzionario in Provincia a quello di capo di Gabinetto del Comune di Taranto, fino a riscuotere oggi lo stesso stipendio di dirigenti vincitori di concorso e con notevole esperienza». Da qui il duro attacco al sindaco e presidente della Provincia: «Melucci continua a sorprenderci per la gestione personalizzata e privatistica che ha della cosa pubblica. Sottoporremo alla Corte dei Conti la valutazione della legittimità di questa decisione che, ripetiamo, noi riteniamo inaccettabile». Indignata anche la consigliera comunale Stefania Fornaro di Con Taranto: «In un momento come questo in cui la macchina amministrativa avrebbe bisogno di altro personale, in cui la città, le imprese chiedono aiuto, vengono previsti aumenti di stipendio al neo capo di Gabinetto e lo si equipara alla retribuzione tabellare prevista per i dirigenti. Qualsiasi sia la motivazione, fosse anche quella della gigantesca esperienza, non può giustificare tale decisione. Provai, in occasione del bilancio, a proporre un emendamento per aiutare le attività commerciali. Emendamento tecnico e che mirava a spostare delle risorse da alcuni capitoli per rispondere ad un grido di dolore e fui sonoramente ripresa. Mi chiedo ora se gli stessi che al momento della nomina del capo di Gabinetto hanno gridato allo scandalo e che, forse, per questo hanno visto ipotizzata l’incompatibilità, oggi resteranno in silenzio».
Poi una stoccata al centrodestra: «E la destra? Dove siete? Quasi quasi ho la nostalgia di Abbate». Critica anche Francesca Viggiano, vice segretario regionale del Partito democratico, la quale, al termine della sua analisi della vicenda, conclude: «Pensavo si fosse già superato il limite ma, evidentemente, la strada della decenza è ancora lunga». Infine per Una Strada diversa si tratta di «uno schiaffo alla città. Le istituzioni non possono essere gestite come se fossero casa propria».
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