Rinnovabili, il decreto sblocca-impianti: cosa prevede per la Puglia

Rinnovabili, il decreto sblocca-impianti: cosa prevede per la Puglia
di Massimiliano IAIA
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Sabato 23 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 16:02

È ormai realtà il decreto sblocca-rinnovabili, che porta la firma del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Nella versione definitiva, che dovrebbe prendere il nome di “Decreto Aree idonee”, sono indicati gli obiettivi minimi assegnati alle Regioni entro il 2030. La Puglia deve raggiungere 7,3 Gigawatt.

Gli obiettivi

Il Decreto nasce infatti con gli obiettivi di individuare la ripartizione fra Regioni e Province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal “Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima”. Non solo: con il nuovo testo si punta anche a stabilire princìpi e criteri omogenei per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili per raggiungere gli obiettivi posti di potenza energetica.

Per raggiungere gli obiettivi intermedi e finali, le regioni dovranno: individuare entro 180 giorni dall’emanazione del Decreto le superfici e le aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, con lo scopo di rendere disponibile il massimo potenziale delle stesse. Inoltre, dovranno adottare e integrare i propri strumenti di governo del territorio e di pianificazione energetica, per garantire coerenza tra le disposizioni e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti a livello comunitario e nazionale. Per questo motivo dovranno provvedere anche ad aggiornare la lista delle aree non idonee.

I siti da individuare

Non ci sarà, insomma, il tanto temuto stop alla produzione di rinnovabili. Il governo allarga anzi l’estensione dei terreni utilizzabili: aree bonificate, cave e miniere esaurite, siti e impianti del gruppo Ferrovie, o terreni situati in aree aeroportuali, nel portafoglio di gestori di infrastrutture ferroviarie e autostradali, o siti industriali. E poi caserme, aree del demanio o siti con impianti eolici o solari già esistenti da implementare, terreni agricoli non utilizzati per la coltura. Sono tante le arre in cui potranno sorgere nuovi pannelli solari e nuove pale eoliche. 
Va ricordato che pannelli solari e pale eoliche possono essere oggi installate solo in aree non vincolate, quindi non sottoposte a vincolo paesaggistico o a rischio idrogeologico (alluvioni, terremoti per esempio). E si tratta del 30% della superficie italiana, secondo uno studio di Terna e Snam. 
Solo due regioni fanno registrare un obiettivo minimo maggiore rispetto a quello della Puglia, e sono la Sicilia (10,4 Gw) e la Lombardia (8,7 Gw). Più indietro le altre regioni del Sud: Campania (3,9 Gw), Calabria (3,1 Gw), Basilicata (2 Gw), Molise (1 Gw).

Gli operatori del settore ripongono importanti aspettative su questo provvedimento, ribadendo comunque che la priorità resta sempre quella di iter più snelli, lì dove non sono automatici, e anche un rafforzamento della macchina amministrativa dedicata alle autorizzazioni, soprattutto a livello Regionale. 
Proprio ieri, durante l’Abruzzo Economy Summit in corso a Pescara, il ministro per il Pnrr, per il Sud, per gli Affari europei e per le politiche di coesione Raffaele Fitto ha detto: «Sul Re-Power va detto che si tratta di una di quelle misure che non erano contemplate nella prima definizione del Pnrr e che si è resa necessaria a causa del conflitto in Ucraina. Stiamo lavorando a un testo unico sulle rinnovabili con due obiettivi precisi, il rafforzamento delle reti, ora più che mai necessario per raggiungere una piena autonomia, e investimenti per famiglie e imprese per far fronte alle spese. Ci viene chiesta un’unica garanzia di rientro - ha ricordato il ministro ribadendo la natura dei fondi del Pnrr, ovvero 68 miliardi a Fondo Perduto; 120 miliardi a debito e 30 miliardi di Fondi Nazionali anche questi a debito -, la crescita economica è l’unica strada percorribile per rientrare».
Proprio qualche ora prima, Terna aveva diffuso i dati sull’energia del mese di agosto 2023: la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,1% con la produzione nazionale e, per la quota restante (12,9%), dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 22,6 miliardi di kWh, in diminuzione del 3,5% rispetto ad agosto 2022. Lo scorso mese le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 11,3 miliardi di kWh, coprendo il 43,8% della domanda elettrica (contro il 34,1% di agosto 2022). La produzione da rinnovabili ad agosto è stata così suddivisa: 34,7% idrico, 33,3% fotovoltaico, 15,5% eolico, 12,6% biomasse, 3,9% geotermico. 

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