Decontribuzione Sud, le rassicurazioni di Fitto: «Pensiamo ad alternative»

Il ministro per le Politiche del Sud Raffaele Fitto durante il question time alla Camera dei deputati, Roma, 15 maggio 2024. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Il ministro per le Politiche del Sud Raffaele Fitto durante il question time alla Camera dei deputati, Roma, 15 maggio 2024. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
6 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 12:16

Ottimismo sul raggiungimento degli obiettivi della sesta e della settima rata, con le risorse per il Sud che non dovranno andare disperse, con il governo che pensa ad alternative alle Decontribuzione Sud. Sono queste, in sintesi, le rassicurazioni del ministro degli Affari Europei e le politiche per il Sud e per il Pnrr Raffaele Fitto durante il question time di ieri alla Camera.

Il nodo

Nella seduta di ieri, Fitto rispondeva a interrogazioni sullo stato di attuazione del Pnrr e sulle iniziative volte ad assicurare il conseguimento dei relativi obiettivi; sulle iniziative volte a rispettare la riserva del 40% delle risorse a favore del Mezzogiorno nell'ambito dell'attuazione del Pnrr; sulle iniziative volte a garantire una misura di agevolazione contributiva a carattere generale in favore delle imprese e dei lavoratori del Mezzogiorno; infine, sulle iniziative per semplificare le procedure di realizzazione delle infrastrutture finanziate dal Pnrr, nell'ottica del conseguimento degli obiettivi da raggiungere entro giugno 2024.

«Non ci sono ritardi nelle misure del Pnrr dedicate all'istruzione ed alla ricerca- ha premesso Fitto -, tutti gli obiettivi sono stati raggiunti e tutte le riforme originarie stanno proseguendo il loro iter secondo il programma stabilito». «Sono state completate le progettazioni esecutive, per il risanamento, la ristrutturazione e la messa in sicurezza dei plessi scolastici esistenti e per la realizzazione dei nuovi edifici scuola 4.0, che complessivamente valgono il 10% dello stanziamento complessivo del comparto, con la conseguente apertura dei cantieri per la realizzazione di tutte le opere programmate». «È altrettanto ovvio che, con l'apertura dei cantieri, - aggiunge Fitto - sarà completata la messa a terra degli investimenti programmati, con il consequenziale notevole incremento della spesa, a partire già dai prossimi mesi.

Sulla spesa il ministero dell'Istruzione chiarirà puntualmente lo stato di effettiva attuazione». «L'importante lavoro sul Pnrr, portato avanti dal Governo Meloni, è evidenziato dall'ultima valutazione a medio termine della Commissione europea, che vede l'Italia al primo posto per obiettivi raggiunti, riforme ed investimenti realizzati, oltre che nelle rate del piano attualmente incassate e nella somma complessiva ricevuta, pari a 102,5 miliardi di euro; così come la relazione della Corte dei conti, diffusa nella giornata di ieri, conferma che l'attuazione del Pnrr prosegue secondo il cronoprogramma previsto».

Il ministro si è detto ottimista sul raggiungimento degli obiettivi legati alla sesta e alla settima rata del Pnrr: « La revisione del Pnrr ha rappresentato un primo passo fondamentale per definire gli ambiti di azione del governo rispetto a questo importante piano. Questo ha consentito lo spostamento fuori dal piano di una serie di progetti che non avevano le caratteristiche e la tempistica per poter essere mantenuti all'interno del piano. Il governo ha definito il rapporto e gli obiettivi e i pagamenti della terza e della quarta rata e ha presentato gli obiettivi della quinta rata ed è in corso di verifica in questi giorni il raggiungimento degli stessi in collaborazione con la Commissione Europea. Siamo al lavoro contemporaneamente su altri due fronti quello relativo alla sesta rata i cui obiettivi scadono il 30 giugno di quest'anno e ritengo di poter esprimere valutazioni ottimistiche sul raggiungimento degli stessi e così come al percorso per la settima rata al 31 dicembre di quest'anno».

Rassicurazioni anche sul rispetto del 40% delle risorse al Sud: «La percentuale che noi intendiamo rispettare all'interno del Pnrr» è il 40% per il Sud «ma era una percentuale indicativa che aveva la certezza di non dover essere realizzato con quelle modalità. Gli interventi che noi abbiamo spostato dal Piano non l'abbiamo fatto perché una mattina ci siamo svegliati e lo abbiamo deciso per un capriccio, ma perché da una approfondita verifica è emerso che molti di questi progetti in essere, ovvero definiti prima del Pnrr e quindi non avevano i criteri di compatibilità previsti dal Pnrr. Avevano, inoltre, la certezza di non rispettare la tempistica del Pnrr. Queste cose le abbiamo confrontate con la Commissione Europea che le ha approvate».

La replica

Infine, la risposta alle critiche per la fine della decontribuzione Sud, in scadenza il 30 giugno. La misura non sarà prorogata nonostante abbia dato buoni risultati in chiave occupazionale. «La misura - ha specificato Fitto - è stata varata nell'agosto del 2020 per un obiettivo ben preciso, ottenere la decontribuzione per il periodo del Covid e che ha visto di volta in volta la possibilità, mai di essere ressa strutturale, ma di essere sempre prorogata in ragioni delle decisioni che la Commissione Europea assumeva. Dopo il periodo del Covid c'è stata l'ulteriore fase collegato alla guerra in Ucraina e quindi c'è stata la possibilità di prorogarla fino al 30 giugno di quest'anno, data che termina la sua effettiva attuazione per una scelta, non di questo governo, ma una scelta della Commissione Europea».

Sulle rassicurazioni legate al rispetto dei tempi per la ricerca, tra l’altro, in serata è arrivata una nota del Ministero dell’Istruzione a dare sostegno alle parole di Fitto: «Il ministero dell'Istruzione sta svolgendo una azione continua e costante di impulso e di monitoraggio nei confronti dei soggetti attuatori» delle risorse del Pnrr, «che ha consentito finora il rispetto di tutte le tempistiche previste dai cronoprogrammi procedurali e di spesa imposti dalla Commissione europea. L'enfasi posta solo sulle criticità e sui supposti »ritardi«, a fronte di tutte le milestone e i target ad oggi raggiunti, rischia di produrre una forte sfiducia nei confronti di migliaia di scuole, istituzioni ed enti che stanno lavorando per l'efficace e puntuale attuazione del Pnrr». Il Pnrr Istruzione - ricorda il Mim - ha una dotazione complessiva di 17,59 miliardi. I 20 miliardi riportati nell'articolo di stampa ricomprendono anche alcune azioni del ministero dell'Università e della Ricerca, quali le residenze universitarie e le borse di studio, come riportato nella tabella pubblicata. E i dati relativi alla spesa sono stati, quindi, rapportati a un importo più elevato non interamente di competenza del Mim e peraltro appaiono parziali e non aggiornati. Infatti, rispetto all'importo di 17,59 miliardi, la spesa erogata si attesta a oltre 3,8 miliardi (21,6%), ai quali si aggiungono ulteriori 609 milioni, in liquidazione nel 2024 da inizio anno. La percentuale sale, quindi, oggi al 24,4%, oltre la media del Pnrr».

© RIPRODUZIONE RISERVATA