Cure odontoiatriche all'estero e interessi della criminalità: «Pazienti e dentisti minacciati»

Oltre 50mila all'anno gli italiani che si curano i denti in Albania. L'Andi avvisa: «Interventi a basso costo e spesso di scarsa qualità»

Dentista al lavoro
Dentista al lavoro
di Andrea TAFURO
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Martedì 21 Novembre 2023, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 08:57


Sono oltre cinquantamila gli italiani che ogni anno scelgono i Paesi dei Balcani per curare il proprio sorriso. Si chiama turismo dentale ed è la nuova frontiera della sanità, tra speranze dei pazienti spesso disattese al ritorno e risvolti tutti da approfondire, dietro a un business che attrae sempre più risorse e anche l'interesse della criminalità organizzata. «Ci sono colleghi in Puglia - ha dichiarato nei giorni scorsi Carlo Ghirlanda, presidente dell'Andi l'Associazione dei dentisti - che hanno ricevuto minacce per essersi interessati del fenomeno. E molti dei loro pazienti che hanno subito danni, non denunciano per paura di ritorsioni».

Costi al ribasso e offerte per curarsi all'estero


Il sistema, che si avvale spesso di procacciatori in Italia, offre costi al ribasso e offerte last minute "all inclusive" (dal volo al pernotto), da vere e proprie agenzie di viaggi che allettano i pazienti - tantissimi anche quelli pugliesi - pronti a scegliere l'Albania o altri Paesi dell'Est per farsi curare i denti inseguendo il risparmio. I ribassi proposti nelle cliniche albanesi per un intervento di implantologia dentale, del tipo "all on four" (ricostruzione totale della dentizione) possono addirittura sfiorare il 50% in meno rispetto ai preventivi italiani.

A conti fatti un nuovo sorriso "made in Italy" potrebbe costare anche più di 30mila euro (in base alle aree geografiche), mentre nei Paesi dell'Est la cifra richiesta si aggira sui 15mila euro. Sconti e offerte al di là del mare Adriatico, veicolati massivamente tramite promozioni sui social network o inviti telefonici che si traducono poi in appuntamenti. E non mancano neppure le convention in alberghi o strutture ricettive, con medici albanesi che arrivano nel nostro Paese, scortati dai bodyguard, a dispensare consigli.

I flussi monetari


Nulla di illegale, sia chiaro. Certo è però che per ogni preventivo accettato dai pazienti e cure svolte all'estero si genera un importante flusso monetario, non sempre facile da controllare. Le diverse Procure d'Italia osservano, ma al momento non sarebbe stata aperta alcuna inchiesta. La questione, però, preoccupa l'Ordine dei Medici e Odontoiatri e le categorie sindacali, con alcuni associati chiusi nel silenzio, minacciati come denuncia l'Andi o vittime di aggressioni verbali per essersi ribellati a un sistema d'incontri e organizzazione delle trasferte che sui territori prolifera e attecchisce soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione.


A dar manforte al turismo dentale subentrano infatti più fattori, tra cui anche la crisi economica. Ogni anno 5 milioni di italiani, soprattutto per difficoltà nei bilanci familiari, rinunciano ad andare dal dentista mettendo così a rischio non solo il sorriso ma la propria salute, perché come documentato dall'Oms le malattie orali quando non curate fanno aumentare di cinque volte il rischio di ammalarsi di diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Dal 2018 al 2021, dicono i dati elaborati dall'Andi, la fetta di italiani che si è recata dal dentista in un anno è scesa dal 50,8 al 40,2%. Il problema però resta la spesa: 8 miliardi l'anno quella sostenuta di tasca propria dagli italiani, appena 85 milioni, lo 0,07% del totale, quella coperta dal Servizio sanitario nazionale.

Tre alternative all'estero per le cure


Tra le alternative possibili l'andarsi a curare all'estero. L'Albania è tra le nazioni più gettonate: ha costi più convenienti. Poi, basta solo sbarcare a Tirana per vedere fiancate dei taxi o pullman tappezzate di pubblicità in italiano di studi odontoiatrici. Il messaggio è quasi virale. Le cure al contrario sono veloci, con tutti i rischi del caso già fatti emergere da alcuni pazienti tornati in Italia con la frattura del seno mascellare, problemi di salute o denti realizzati con materiali di scarsa qualità. Dall'arrivo in Albania al ricovero in clinica, intervento e dimissioni, spesso non passano più di 6 giorni. Quasi lo stesso tempo di una vacanza, impiegato però per analizzare il quadro clinico, innestare il nuovo impianto dentale nella bocca del paziente e rispedirlo a casa. Un percorso lampo, che lascia incognite e dubbi negli odontoiatri. «Per catturare i pazienti si reclamizzano cure a basso costo e soprattutto rapide commenta il dottore Gianfranco Villanova, componente del direttivo dell'Ordine che non tengono conto delle tempistiche necessarie da un punto di vista biologico. Operare in fretta per togliere tutti i denti e sostituirli con degli impianti non sempre risolve il problema del paziente aggiunge che al contrario può portarsi dietro le stesse patologie pregresse, come la parodontite (malattia infiammatoria orale cronica), che nel tempo ritorneranno a danneggiare l'apparato. I denti quando possibile vanno curati. Altrimenti viene meno il percorso di cura e studio del paziente, con il rischio di insuccesso che diviene inevitabile».
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