La soglia di attenzione è alta sulla presenza di Ostreopsis ovata nei mari pugliesi.
L’alga tossica, che con le alte temperature prolifera indisturbarbata anche nelle acque di Jonio e Adriatico, può infatti creare numerosi problemi in chi la inala o la ingerisce, portando a intossicazioni che possono anche richiedere anche il ricorso al pronto soccorso. Nulla di letale, sia chiaro, solo problemi transitori come dermatiti, congiuntiviti, nausea o problemi respiratori, ma certamente non piacevoli. Ecco perché vista in prospettiva la presenza dell’alga, arrivata in Italia dagli anni 2000 preoccupa.
La linea di guardia sulla presenza del microrganismo, che l’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) ha fissato a 30mila cellule per litro d’acqua, è stata superata nelle province di Lecce, Brindisi e Bari, con picchi preoccupanti soprattutto a Porto Badisco, in agro di Otranto, dove si superano i 3milioni di cellule a litro d’acqua, prelevata dai fondali.
Tuttavia solo a Giovinazzo, dove i disagi c’erano già stati anche lo scorso anno, Arpa ha inviato comunicazione al sindaco.
Per capire se la situazione resterà stabile o se occorrerà correre ai ripari bisognerà dunque aspettare i dati della prima metà di agosto, che l’agenzia fornirà appena tutti i dipartimenti provinciali avranno inviato i propri. «Questo - spiega Nicola Ungaro, l’esperto dell’agenzia che si occupa dell’alga - serve a garantire lo stesso trattamento a tutti i territori, per evitare discriminazioni, soprattutto nel periodo turistico».
Intanto i sindaci si attrezzano. Il primo cittadino di Fasano, Lello Di Bari, in un comunicato avvisa: «È un fenomeno del tutto naturale in presenza di elevate temperature. Il nostro mare è perfettamente balneabile». «C’è da osservare la precauzione di non passeggiare sulla scogliera durante le mareggiate, per evitare di accusare piccoli, ma fastidiosi, sintomi comunque transitori», prosegue il sindaco che di mestiere fa il medico, «ma il fenomeno interessa tutta la costa italiana che affaccia sul Mediterraneo».
Se Fasano ha già fatto i conti con l’alga, però, per Otranto e Ugento si tratta invece di un fenomeno nuovo e inatteso. «Abbiamo chiesto ad Arpa una relazione di accompagnamento ai dati e anche un incontro con i nostri uffici», spiega il sindaco di Ugento, Massimo Lecci. «In realtà punta Macolone, che si trova nei pressi di Torre Mozza, non è un luogo particolarmente battuto dai bagnanti, ma ospita il tratto terminale dei consorzi di bonifica, sul cui stato di manutenzione abbiamo sempre espresso delle riserve».