Itinerari ciclopedonali, riqualificazione del centro visite di Torre Chianca, valorizzazione della Pineta “Serra degli Angeli” nella Riserva Naturale “Palude del Conte e Duna Costiera”, eliporto di servizio medico d’emergenza e centro antincendio. Sono le opere compensative previste nel progetto di ammodernamento della pista Porsche di Nardò. Gli ambientalisti le contestano ma la Commissione europea le promuove, pur riservandosi di verificare il “rilevante interesse pubblico” di cui risultano investite. «Opere pertinenti e proporzionate». Così le definisce il commissario Virginijus Sinkevičius nella risposta del 15 dicembre all’interrogazione di Rosa D’Amato (Verdi/Alleanza Libera Europa).
Il progetto
Un atto che offre un indirizzo chiaro dell’orientamento assunto anche in Europa intorno al discusso progetto promosso dalla casa automobilistica tedesca nel Salento in accordo con Regione Puglia, Comuni di Nardò e Porto Cesareo e Asi Lecce.
Avvio dei lavori
Si vedrà. L’intenzione di Porsche e Regione sembra comunque quella di dar corso agli impegni assunti in base alle autorizzazioni ottenute, avviando la cantierizzazione delle suddette opere. Interpellata, la società conferma infatti che: «L’avvio dei lavori di rinaturalizzazione è previsto per le prossime settimane, in linea con le normali dinamiche di pianificazione di progetti di questo tipo e tenendo conto anche del periodo festivo appena concluso».
Tutto pronto, insomma, pur nel rispetto delle considerazioni e degli intenti espressi dalla Commissione europea che, dalla sua, la sezione Sud Salento di Italia Nostra ritiene, invece, molto significative nella misura in cui pongono la necessità di approfondire la sussistenza dei presupposti dell’intera procedura in deroga adottata dalla Regione Puglia per la salvaguardia dell’habitat. Si tratta della stessa osservazioni che, insieme ad altre, l'associazione ha esposto il 30 novembre in V commissione alla Regione il 30 novembre e poi ha inviato il 5 dicembre proprio alla Commissione europea perché valutasse la legittimità delle procedure.
«Ciò non significa esser contrari all’ammodernamento dell’impianto - dicono Marcello Seclì e Mario Fiorella - ma al progetto tal quale e alla procedura di deroga adottata dalla Regione, in quanto mancherebbero i presupposti necessari giacché l’intervento potrebbe realizzarsi senza intaccate la vegetazione protetta e con minore consumo di suolo». L’associazione evidenzia la «mancanza di un adeguato esame delle localizzazioni alternative e di aver segnalato alla Commissione come le uniche alternative realmente valutate siano state quelle all’interno della proprietà Porsche».
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