Covid, contagi aumentati del 20,4%. E nel Salento scatta il primo stop ai ricoveri

I dati Gimbe e le misure prese negli ospedali dove il coronavirus ha ripreso a correre

Covid, contagi aumentati del 20,4%. E nel Salento scatta il primo stop ai ricoveri
di Andrea TAFURO
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 11:52

In Puglia tornano ad aumentare i casi di contagio Covid dopo una lunga fase di stallo, con i pronto soccorso nuovamente in affanno per l'impennata di accessi e la concomitante riduzione dei sanitari in corsia, perché colpiti dal virus. Nell'ospedale di Copertino, in Salento, la ripresa circolazione del Covid ha portato al blocco dei ricoveri nel reparto di Medicina per 9 casi registrati nelle ultime ore su 21 pazienti allettati. Nella settimana dal 23 al 29 novembre nella nostra regione si è registrato un peggioramento dell'incidenza per 100.000 abitanti, con 53 casi, e viene evidenziato un aumento dei nuovi casi del 20,4% rispetto alla settimana precedente. Il dato è emerso nel rapporto della fondazione Gimbe.

I dati

Sotto la media nazionale l'occupazione dei posti letto in area medica, pari al 5,7%, mentre è sopra la media nazionale l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva, (pari al 2,3%).

La copertura vaccinale resta molto bassa: solo lo 0,3% degli under 60 si è vaccinato contro il Covid, tra i 60 e 69 anni la copertura raggiunta è dell'1,9%; si sale al 3,5% tra i 70 e 79 anni, al 4,5% tra gli over 80. La situazione più complessa, secondo una prima rilevazione, riguarda in particolare la rete ospedaliera salentina: nell'ospedale "San Giuseppe" a Copertino si è deciso per il blocco temporaneo dei ricoveri nel reparto di Medicina per un elevato e improvviso incremento di contagi tra i pazienti. E nelle prossime ore lo stop potrebbe allargarsi ad altre unità, includendo anche il divieto di visite dall'esterno per i familiari. Situazione critica ma sotto controllo anche al "Vito Fazzi" di Lecce: in affanno soprattutto l'area di emergenza-urgenza. Ben tre medici e altrettanti infermieri sono costretti al riposo forzato dal Covid, a fronte di un incremento di accessi in ospedale per la recrudescenza del virus, pazienti cronici e gli effetti sulla popolazione dell'influenza stagionale.

Il quadro

«Il problema è generale e la situazione nei pronto soccorso invita tutti ad una maggiore attenzione afferma il primario del reparto del "Fazzi", Marinella Marrazzi. I casi sono in aumento anche se non ci sono situazioni gravi o particolari complicanze per i soggetti contagiati dal virus aggiunge tuttavia bisogna continuare a tutelare i fragili e gli anziani, che sono tra i soggetti più a rischio, e anche per questo motivo nel reparto è tornato l'obbligo di utilizzo delle mascherine per sanitari e familiari dei pazienti». Ricoveri per Covid in crescita anche nel Barese. All'ospedale "San Paolo" di Bari sono aumentati gli accessi in pronto soccorso per pazienti di tutte le età contagiati dal virus, ma al momento non risultano casi gravi. Sporadici per il momento i casi di infezione tra i sanitari. Il dato pugliese segue dunque il trend nazionale che nelle ultime 3 settimane ha fatto segnare un numero di contagi settimanali quasi raddoppiati (+94,3%), e 881 decessi, quasi tutti a carico degli over 80. «Rispetto all'effettiva circolazione virale ha commentato Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - il numero dei contagi è largamente sottostimato».
Nella settimana 23-29 novembre l'incidenza dei nuovi casi oscilla da 1 caso per 100 mila abitanti della Sicilia a 183 del Veneto. Rispetto alla settimana precedente i nuovi casi aumentano in 15 Regioni. L'incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 16 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 per 100 mila abitanti nella fascia 80-89 anni, fino a 221 per 100 mila abitanti negli over 90. Una distribuzione, spiega Cartabellotta, che «riflette la maggiore attitudine al testing con l'aumentare dell'età, confermando la sottostima della circolazione virale». Attualmente, rileva Gimbe, tutte le varianti circolanti appartengono alla famiglia Omicron. In Italia è ora prevalente (52,1%) la variante EG.5 (cd. Eris) e si rileva, analogamente a quanto segnalato da altri paesi, un aumento (dall'1,3% al 10,8%) della variante BA.2.86 (cd. Pirola). Nonostante le raccomandazioni del Ministero della Salute, i tassi di vaccinazione anticovid negli over 60, ed in particolare negli over 80, rimangono molto bassi a livello nazionale e prossimi allo zero in quasi tutte le regioni del Sud. «Al 30 novembre scorso sono state somministrate 1.042.541 dosi. Il numero di somministrazioni invece di aumentare ha concluso Cartabellotta - si riduce».

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