Un arresto cardiaco la presunta causa della morte improvvisa del medico Francesco Abati, trovato privo di vita dai colleghi durante il cambio turno nella casa di cura “Petrucciani” a Lecce la sera del 18 febbraio. E’ questo l’esito dell’autopsia eseguita ieri pomeriggio dal medico legale Roberto Vaglio, su disposizione del pm Luigi Mastroniani, che ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti. Ulteriori risultati sono attesi entro 30/40 giorni all’esito degli esami istologici.
Le indagini
Gli approfondimenti investigativi sul decesso di Abati sono stati sollecitati, attraverso l’esposto presentato dalla moglie, intenzionata a far luce sulle ultime ore del marito.
A nulla però servirono l’allarme e i tentativi dei medici della clinica e il successivo intervento dei sanitari del 118 per provare a rianimare il professionista. L’uomo era morto, probabilmente stroncato da un infarto improvviso, che non gli ha lasciato tempo di chiedere aiuto. I telefonini, sia quello di servizio che quello personale del dottore, sarebbero infatti rimasti inutilizzati. L’ultimo contatto con i colleghi attorno alle 18.
Il dolore di famiglia e amici
La morte di Francesco Abati ha gettato nello sconforto familiari e amici dell’uomo. Cordoglio e vicinanza alla famiglia del medico deceduto sono stati espressi dall’amministratore delegato della casa di cura “Petrucciani”, Sergio Capeto Petrucciani e dai tanti medici, infermieri e soccorritori del 118 che sino a poche ore prima avevano condiviso con l’uomo turni di lavoro, ansie e missioni di soccorso e che nel giorno dei funerali gli hanno tributato l’ultimo saluto in divisa. Abati, medico abilitato per l’emergenza-urgenza, in convenzione con il 118 sin dagli esordi della centrale operativa di Lecce nel 2003, nel corso della sua carriera da libero professionista ha collaborato con diverse cliniche private e con la fondazione Ant per l’assistenza specialistica domiciliare gratuita ai malati di tumore e per la prevenzione oncologica.