Sesso e giovani? In tv meglio evitare: quel tabù mai superato

Sesso e giovani? In tv meglio evitare: quel tabù mai superato
Sesso e giovani? In tv meglio evitare: quel tabù mai superato
di Ilaria Ravarino
4 Minuti di Lettura
Domenica 13 Gennaio 2019, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 14:38
Niente sesso siamo in tv. Anche se il sesso, alla tv, farebbe benissimo. Almeno a giudicare dagli ascolti di mercoledì, quando Purché finisca bene - L'amore, il sole e le altre stelle storia di due ragazzini alla loro prima volta, con Anna Ferzetti sessuologa ha incollato su Rai1 4.570.000 spettatori.

Una performance di riguardo, ma soprattutto una piccola rivoluzione: per la prima volta, anche se in forma di fiction, l'educazione sessuale è entrata esplicitamente in un programma di prima serata Rai. E mentre l'azienda pubblica, al pari delle altre reti generaliste, muove i primi timidi passi in questo campo, altrove il sesso è materia per commedia brillante: succede su Netflix, che da venerdì scorso distribuisce Sex Education, storia di un'improvvisata clinica del sesso frequentata da studenti di liceo in cerca di risposte. Risposte messe in scena senza mezzi termini: problemi di erezione, abuso di Viagra, fobia del pene, frigidità, prime volte etero e omo, sesso orale, travestitismo sono solo alcuni dei temi trattati - in maniera molto spiritosa - dalla serie.

LA DIVULGAZIONE
«La tv è ancora uno strumento divulgativo importante, anche per i millennials. È come un influencer spiega Elsa Viora, presidente della Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) ed è un peccato che la tv non parli di conoscenza del corpo ed educazione all'affettività, lasciando che i ragazzi si informino su internet: la rete è utile, ma il pericolo delle fake news riguarda anche il sesso». La Aogoi, 10 anni fa, lanciò un appello alla tv generalista perché colmasse il vuoto di conoscenze in materia: «Ma da allora non è cambiato niente». Anzi: dal nuovo contratto di servizio della Rai sono scomparse le parole educazione sessuale dall'articolo 8, relativo ai contenuti per i minori.

Fuori dall'Italia la situazione è molto diversa. A partire dai Paesi del nord Europa, dove l'educazione sessuale in tv è patrimonio delle reti pubbliche: in Norvegia c'è Sex and Stuff, programma scientifico per preadolescenti, in Svezia Bacillakuten, trasmissione di educazione sessuale per bambini, in Olanda Dokter Corrie. E se in Germania ha fatto scandalo Make love, trasmissione esplicita con coppie nei guai, e la Francia ancora parla di Éducation Sexuelle di Arte, gli inglesi hanno superato tutti a destra con Channel 4 che nel 2011 ha prodotto The Joy of Sex Teen e nel 2015 Sex in Class, rivolto agli studenti e trasmesso in prima serata.

I PRECEDENTI
Sulla tv italiana il sesso è ancora un tabù. Il programma più esplicito che la Rai abbia prodotto sull'argomento risale al 2016: un paio di puntate della trasmissione di Rai4 Generation Gap, diventate piccoli cult in rete, in cui gli over 60 discutevano l'approccio a sex toys e YouPorn. «Nasceva più che altro dall'idea di mettere a confronto il mondo dei ragazzi con quello degli anziani spiega l'allora produttore Pasquale Romano, oggi autore Rai se avessimo detto che volevamo fare un programma sul sesso o sull'educazione sessuale non ce lo avrebbero mai fatto fare, sarebbero scappati tutti. Era divertente».

IL FUGGI FUGGI
L'aria che tira oggi nel settore non è diversa, a giudicare dal fuggi fuggi generato nell'ambiente della tv da qualsiasi domanda sull'argomento. Per il conduttore Duilio Giammaria, che a ottobre è riuscito a portare su Rai1 il sesso (dopo le 23,30) con una fortunata puntata di Petrolio, «non solo sarebbe possibile parlarne in fascia protetta, ma sarebbe doveroso farlo. Purtroppo la tv interpreta con scarso coraggio la sua vocazione pedagogica, tralasciando aspetti importantissimi della vita degli adolescenti. E la società non offre risposta: a scuola non si fa educazione sessuale, i reality mettono in scena il desiderio come se fosse una cosa scabrosa. Credo che la politica, e la Rai, dovrebbero porsi il problema».

E fuori dalla Rai? Altre generaliste vanno meglio, ma sempre peggio che altrove. Mediaset è l'azienda che ha provato più spesso ad affrontare il sesso (con il programma pioniere, le Lezioni d'amore volute da Carlo Freccero, poi con lo spin off de Le Iene XLove); La7 ci è riuscita benissimo ma solo per un anno, con La mala educaxxxion di Elena Di Cioccio. Ma la medaglia d'oro va all'estinta Mtv, con i dieci anni di Loveline condotto da Camila Raznovich (passata poi in Rai).

IL WEB
Nei paesi in cui l'educazione sessuale non è obbligatoria a scuola, e la tv non se ne fa carico, è il web il confidente preferito dai ragazzi. In Spagna c'è il canale YouTube Sxo Sentido, in Italia le web pillole sul sesso di Millennial Sex. Un'operazione sponsorizzata da un noto sexy shop che lo scorso ottobre ha attivato per otto settimane, sul proprio Instagram, un servizio sperimentale con una sessuologa online. «Prima ancora che aprisse il sito sono state raccolte centinaia di domande a proposito del primo argomento che avremmo trattato in diretta», ha commentato la dottoressa. Il tema? Semplicemente l'orgasmo. In mancanza d'altro, si comincia dalle basi.
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