Germania 2024, Europei sostenibili: un solo Paese per tutti gli incontri. Senza lo spostamento degli atleti

Si torna al modello “unico”. Obiettivo, ridurre le distanze e il numero dei voli per gli atleti

Olympic Stadium
Olympic Stadium
di Mario Nicoliello
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 07:42

Da un eccesso all’altro, con Uefa e Fifa che seguono strade opposte.

L’Europeo 2024 verrà concentrato in un’unica nazione, dopo che nel 2021 era stato coinvolto mezzo continente, mentre i Mondiali 2026 e 2030 saranno sparsi su più Paesi (Stati Uniti, Messico e Canada tra due anni e mezzo; Spagna, Portogallo, Marocco, Argentina, Uruguay e Paraguay tra sei e mezzo) dopo che nel 2022 le partite si erano disputate attorno alla medesima città, Doha. La sfida della sostenibilità si può approcciare in modi diversi, ma nel caso di un evento sportivo al primo punto ci sono le distanze da affrontare dagli atleti. Così Germania 2024 – l’Europeo che ha preso forma a inizio mese col sorteggio di Amburgo, scatterà il 14 giugno a Monaco e si concluderà un mese dopo a Berlino – cercherà di limitare l’uso dell’aereo. 


LE SEDI 
Dieci città tedesche, suddivise in tre cluster, con partite della prima fase concentrate in una specifica area. Al nord, tra Berlino, Amburgo e Lipsia. Al centro fra Gelsenkirchen, Dortmund, Düsseldorf e Colonia, oppure al sud tra Francoforte, Stoccarda e Monaco. Nove dei dieci impianti coinvolti erano già stati usati per la Coppa del mondo 2006 – quella alzata al cielo da Fabio Cannavaro sul prato dell’Olympiastadion – l’unico nuovo, quello di Düsseldorf, era comunque esistente. La conseguenza è che per la prima volta in una rassegna continentale non ci sono state strutture da edificare ex novo e quindi, evitando il consumo di suolo, si poteva pensare davvero a un evento completamente sostenibile.

Non una manifestazione a impatto zero, emissioni di anidride carbonica comunque ci saranno, ma una rassegna che possa diventare un modello da seguire in futuro. Così il primo passaggio voluto dal manager italiano Michele Uva, responsabile dell’area sostenibilità dell’Uefa, è stata la redazione di un piano strategico articolato in tre aree: ambientale, sociale e organizzativa. Un documento dove si possono leggere in maniera chiara gli obiettivi che si pongono gli organizzatori e gli indicatori usati per misurare l’effettivo impatto. E a Europeo concluso l’Uefa pubblicherà lo studio finale per dimostrare se davvero Germania 2024 sia stato il primo evento sostenibile al cento per cento e quanta parte del modello di business teutonico possa essere replicato. Sebbene, inutile negarlo, in Germania le condizioni di partenza siano favorevoli alla svolta rispetto a quanto avviene in altri contesti. A livello ambientale, per ridurre la loro impronta ecologica gli spettatori potranno utilizzare gratuitamente i mezzi di trasporto pubblico cittadino, oppure sfruttare sconti sui treni locali e ad alta velocità tedeschi e sull’Interail. La grande sfida da qui a giugno sarà garantire al minuto gli orari di partenza e di arrivo. Solo così l’automobile si potrà davvero lasciare nel garage e avranno senso i percorsi pedonali segnalati per raggiungere gli impianti, le piste ciclabili dai centri cittadini agli impianti e la presenza striminzita dei parcheggi. 

L’ENERGIA 
Dentro gli stadi sarà una continua lotta contro lo spreco energetico: illuminazione al minimo, sfruttamento di eolico e solare, abbondanza di cibi vegetariani e vegani, piatti e bicchieri riciclati, metodi di pagamento digitali. Al pilastro ambientale si abbina il sociale, con attenzione massima alle persone con disabilità, all’inclusione e all’abbattimento delle discriminazioni: dalle postazioni dedicate agli spettatori in carrozzina fino ai bagni per il genere neutro, passando per la descrizione delle partite per i non vedenti. Il fumo sarà bandito dentro gli stadi, ma la sfida sarà eliminare le sigarette anche nelle Fan Zone all’aperto e lungo le vie di accesso. Sulla carta è tutto pronto, ma solo vivendo l’evento si capirà se sia davvero a impatto limitato oppure no. 

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