Dai viaggi all'estero infezioni resistenti per 500.000 italiani, allarme giovani

Dai viaggi all'estero infezioni resistenti per 500.000 italiani, allarme giovani
Dai viaggi all'estero infezioni resistenti per 500.000 italiani, allarme giovani
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Sabato 8 Giugno 2019, 18:10

Agli italiani, soprattutto giovani, piacciono molto i viaggi e le mete esotiche, ma in agguato c'è il rischio di riportare a casa qualche infezione resistente. Lo indicano gli esperti del Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica (Gisa) in occasione del convegno Antimicrobial Stewardship Toscana, in programma a Pisa il 12 giugno, secondo cui sono 500mila ogni anno i connazionali che tornano con un souvenir indesiderato.

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«I dati più recenti a disposizione indicano che circa il 25% dei viaggiatori di rientro da mete esotiche è colonizzato da germi resistenti agli antibiotici: succede soprattutto ai 20-30enni che viaggiano di più, più a lungo e spostandosi anche in zone disagevoli e aree più a rischio per brutti incontri», spiega Francesco Menichetti, presidente del Gisa e docente di Malattie infettive all'Università di Pisa. «I batteri resistenti - prosegue - possono essere incontrati spesso durante vacanze in aree come Sudest Asiatico, Africa, Sudamerica e tutte le nazioni a basso-medio reddito e al rientro costituiscono un rischio per il viaggiatore stesso e per la sua comunità: se si viene colonizzati da questi germi, infatti, si possono sviluppare malattie, come infezioni urinarie o respiratorie, ma soprattutto si può essere un serbatoio di batteri per persone più fragili, come anziani o soggetti con patologie debilitanti».

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Dagli esperti arrivano anche i suggerimenti per evitare brutte sorprese. Lavare sempre con cura le mani, soprattutto prima di mangiare; non mangiare verdure o altri cibi crudi, ma preferire sempre gli alimenti ben cotti; evitare i gelati e il ghiaccio da aggiungere alle bevande; bere solo da bottiglie sigillate; se in viaggio si è avuta diarrea o febbre, rivolgersi al medico al rientro per valutare l'opportunità di un tampone per verificare che non ci sia una colonizzazione di batteri resistenti. «Siamo abituati a pensare di poter essere contagiati dai batteri resistenti solo in contesti ospedalieri, ma non è così: anche i viaggi in Paesi tropicali e subtropicali sono un fattore di rischio», osserva Menichetti.

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«Secondo le stime su 100.000 viaggiatori che restano un mese all'estero, uno su due avrà disturbi durante il viaggio, 8.000 dovranno recarsi dal medico, 5.000 saranno costretti almeno un pò a letto, 300 saranno ricoverati nel corso della vacanza o al rientro.
Sono soprattutto questi soggetti - conclude l'esperto- a essere ad alto rischio di colonizzazione di germi resistenti».

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