Cannabis club e libertà di spinello: il ddl 5Stelle fa infuriare il Carroccio

Cannabis club e libertà di spinello: il ddl 5Stelle fa infuriare il Carroccio
di Emilio Pucci
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Sabato 3 Agosto 2019, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 08:26

Introdurre anche in Italia sul modello spagnolo i cosiddetti Cannabis Club che a differenza dei Coffee shop di Amsterdam sono accessibili solo ai membri e si approvvigionano da coltivazioni private: così l'erba non viene venduta, in quanto sarebbe ritenuto un reato, ma viene distribuita gratuitamente, i tesserati pagano una retta «e hanno accesso ad un prodotto vario e di qualità». Consentire «a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis, in forma individuale o associata», renderne possibile la detenzione «entro determinate quantità», «disciplinare le condotte illecite prevedendo una differenziazione di pena in relazione alla tipologia delle sostanze», ovvero tra droghe pesanti e droghe leggere.

Cannabis light, dopo la stretta chiusura per metà dei negozi
 



M5S con la presentazione di una proposta di legge al Senato primo firmatario Mantero, sostenuto da una buona parte del gruppo dei pentastellati torna a promuovere la legalizzazione della cannabis pure «a scopi cosiddetti ricreativi». E ad invocare liceità della lavorazione e della vendita con il permesso di coltivazione. Fissando precisi limiti: quattro piante di sesso femminile. «Ci sono 5 milioni di consumatori. Tanti ragazzi che rischiano osserva Mantero di finire in mano alla criminalità, di diventare microspacciatori. Si mette a rischio la loro salute e si alimenta un mercato che finisce per finanziare anche il terrorismo. Quel che si coltiva in casa, invece, è una cosa sicura, come lo si fa con i pomodori».
Autoproduzione e depenalizzazione quindi. Si depenalizza per esempio «la cessione gratuita a una persona maggiorenne» di una modica quantità di cannabis inferiore ad un grammo, «purché la stessa risulti coltivata in forma personale e associata». Si esclude la sanzionabilità amministrativa - ovvero la sospensione della patente di guida, della licenza di porto d'armi, del passaporto per chi fa uso di cannabis, anche se si prevede l'applicazione di una sanzione pecuniaria con pagamento di una somma da 100 a 1.000 euro nel caso in cui avvengano violazioni dei limiti e delle modalità consentite in tema di detenzione e coltivazione.

ANTIPROIBIZIONISMO
«L'adozione di un modello di repressione indifferenziata, che proibisce allo stesso modo tutte le sostanze, e punisce in modo analogo o identico tutti i consumatori, ha accresciuto si legge nella pdl - in modo straordinario i costi e quindi ha aggravato l'inefficienza delle legislazioni proibizioniste». E si cita la relazione della Direzione nazionale antimafia del 2017 in cui si invita ad affrontare la questione «con un approccio pragmatico» al pari degli Stati Uniti. M5S persegue però il modello spagnolo. E' a favore di «enti senza fini di lucro» ai quali «possono associarsi solo persone maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a trenta». Viene riconosciuto in ogni caso il principio dell'uso personale, consentendo alle persone maggiorenni la detenzione di una piccola quantità di cannabis (5 grammi innalzabili a 15 grammi in privato domicilio).
Restano le sanzioni per lo spaccio ma le «pratiche di gruppo» come il passaggio' dello spinello - non vengono considerate punibili. «Si disciplina inoltre la detenzione personale di cannabis e dei prodotti da essa ottenuti per finalità terapeutiche» previa prescrizione medica. Da parte dei pentastellati nessun timore di uno scontro con la Lega, già sul piede di guerra. «Il ministro delI'Interno sostiene Mantero dovrebbe essere il primo a voler combattere il mercato nero». Inoltre i promotori della Pdl si schierano al fianco dei 3.000 canapa shop, chiedono di regolamentare la produzione e la vendita di infiorescenze della cosiddetta cannabis light. La pdl sancisce che non può incorrere in alcuna sanzione né il commerciante che vende fiori di canapa industriale con percentuale di THC molto bassa, inferiore allo 0,6%, né il consumatore che ne viene trovato in possesso. «Lo Stato questo lassunto ha l'obbligo giuridico ed ancora prima morale, di tutelare e permettere al cittadino, al consumatore, non ultimo all'imprenditore, di esprimere i propri comportamenti e le proprie iniziative economiche».
 

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