Violenza d'estate, lo psichiatra: «In questo periodo più aggressività, ma non è mai raptus»

Violenza d'estate, lo psichiatra: «In questo periodo più aggressività, ma non è mai raptus»
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Martedì 1 Agosto 2017, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 21:43
In estate escalation di atti violenza. Non solo in casa. «Nel periodo estivo aumenta il consumo di alcol e c'è una maggiore disinibizione dei sistemi comportamentali, soprattutto in ambito sessuale. Dunque aumenta anche l'aggressività». Ma di fronte a casi di violenza «bisogna ricordare che non si tratta mai di raptus, bensì di una lunga storia di atteggiamenti minacciosi, di intolleranza, rabbia che si alimenta con fantasie di vendetta o gelosia, fino a concludersi con la prevaricazione e l'annientamento dell'altro» - spiega Claudio Mencacci, past president della Società italiana di psichiatria.

Per l'esperto, l'aumento del consumo di alcolici e l'adozione di atteggiamenti più violenti in questo periodo «sono legati, da un punto di vista ambientale, alla variazione della temperatura e della quantità di luce a cui siamo fisiologicamente esposti, il che ovviamente non giustifica ciò che accade. Ma anche al fatto che nel periodo di vacanza si accentuano le conflittualità dovute a distacchi e separazioni». In particolare, però, «tendono a intensificarsi i problemi legati ai disturbi d'ansia e panico e alle condizioni di ipomania o mania - osserva Mencacci - insieme ad alcune problematiche legate ai comportamenti alimentari».

«La violenza non è mai in un momento solo ma si prepara nel tempo - ribadisce ancora lo psichiatra - Gli omicidi, i femminicidi sono un'intolleranza e rientrano sempre nel novero della prevaricazione. Oggi, ad esempio, mentre gli omicidi diminuiscono, quelli legati alla sopraffazione delle donne continuano a mantenere valori molto alti. Bisogna ricordarlo, il prevaricatore non va mai in vacanza».



 
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