​Posidonia e sabbia sull'arenile: i vertici del consorzio a processo

«Discarica abusiva e deturpamento di bellezze» Il giudice ha accolto una richiesta di oblazione

Posidonia e sabbia sull'arenile: i vertici del consorzio a processo
​Posidonia e sabbia sull'arenile: i vertici del consorzio a processo
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Giovedì 23 Novembre 2023, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 08:38

Posidonia mista a sabbia proveniente dalla disostruzione di un canale, depositata sull'arenile e non smaltita secondo la procedura prevista, stando alle contestazioni mosse dalla Procura di Lecce. Con l'accusa di deturpazione delle bellezze naturali e di discarica abusiva sono finiti a processo in cinque: Silvia Palumbo, di Racale, direttore dell'area tecnica del consorzio di bonifica Ugento Li foggi; Vito Caputo, di Nardò, direttore generale dell'ente; Alfredo Borzillo, di Bari, commissario dello stesso ente; Giuseppe Corti, di Bari, direttore dell'aerea tecnica del consorzio; Edoardo Lannocca, di Racale, capo settore tecnico e rup.

Ieri la prima udienza, dinanzi al giudice monocratico Luca Scuzzarella.

Tutti rispondono in concorso delle stesse imputazioni, fatti risalenti al febbraio del 2022. Avrebbero realizzato, secondo l'accusa, una discarica abusiva occupando un'area demaniale della superficie di 25 metri quadrati e ricadente nel Comune di Ugento (lungo la costa), effettuando attività di deposito al suolo di un «ingente quantitativo», è riportato, di posidonia mista a sabbia. In tutto, viene specificato, 80 metri cubi, provenienti dalla disostruzione periodica delle foci del cosiddetto canale a mare di Torre Mozza e Torre San Giovanni.

Cosa è successo

La deturpazione delle bellezze naturali sarebbe avvenuta, sempre a parere della Procura, in danno del «litorale di Ugento», luogo soggetto a particolare tutela dell'autorità in quanto sito di area Sic, aree strategiche per la tutela di habitat di importanza europea, cioè quegli habitat naturali e semi-naturali che rischiano di scomparire o che sono legati a specie animali o vegetali minacciate da estinzione.

Nell'udienza di ieri il Tribunale in composizione monocratica ha accolto la richiesta di oblazione (che consente di ottenere l'estinzione del reato, a seguito del pagamento allo Stato di una somma pattuita con l'accusa) per il solo capo d'accusa di deturpazione di bellezze naturali formulata da Borzillo. Una istanza di messa alla prova è stata invece respinta dal giudice. È stato infatti rilevato che il materiale in questione si trova ancora nel luogo in cui - a parere degli inquirenti - non avrebbe dovuto essere posizionato, perché destinato allo smaltimento.
Le difese hanno specificato che non vi sono ancora le autorizzazioni alla rimozione, ragion per cui non sarebbe ancora stato possibile procedere. È stata inoltre depositata documentazione e ascoltato il primo testimone citato dal pm. La prossima udienza è stata fissata il 19 dicembre per l'esame degli imputati e dei testimoni delle difese.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Renata Minafra, Stefano De Francesco, Silvestro Lazzari, Michele e Giulia Bonsegna, Giordano Settembre e Rocco Vincenti.

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