La casa del poeta Virgilio ed il collegio di Endrigo: «C'è tanto su cui puntare per la candidatura a Capitale della cultura»

La casa di Virgilio accanto alla colonna romana
La casa di Virgilio accanto alla colonna romana
di Paola CRESCENZO
5 Minuti di Lettura
Domenica 5 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 12:52

Nel dibattito che sta animando la città nell’ultimo mese, da quando il sindaco Giuseppe Marchionna ha lanciato l’idea di candidare Brindisi a Capitale italiana della cultura 2027, si è parlato tanto dell’importanza del processo di costruzione di tale ambizioso progetto, ma accanto a questo c’è sempre una domanda a cui le città devono rispondere per attrarre i visitatori: cosa vedere?

Non solo luoghi

I luoghi simbolo del capoluogo messapico sono già emersi nelle proposte di chi ha preso la parola e presto bisognerà decidere anche se e quali risorse paesaggistiche dei paesi della provincia includere. Un po’ meno si è parlato delle personalità che hanno attraversato i luoghi soprattutto in riferimento alla storia recente. Partendo dalle certezze del primo cittadino, il sindaco riconosce a Brindisi il ruolo di porta del Mediterraneo e quindi al porto il luogo centrale e determinante per la costruzione nei secoli dell’identità dell’urbe, con l’acqua che abbraccia la città e la rende scalo tra i più sicuri al mondo.

Affacciati sul mare

È porto di pace, lo ribadiscono tutti, lo sottolinea la professoressa Giovanna Bozzi che aveva insieme ai suoi studenti del liceo Artistico installato un grande specchio di fronte al mare. Il sociologo Lele Amoruso definisce viale Regina Margherita, così come la conosciamo oggi dopo la riqualificazione, giardino sul mare e da questo affaccio su cui svettano le colonne romane emblema nell’immaginario collettivo dell’antica Via Appia, per la quale si attende il riconoscimento Unesco, spicca anche la dimora dove ha trascorso i suoi ultimi giorni il poeta latino Virgilio. Su questa figura storica tra le più illustri del mondo letterario, il brindisino Giuseppe Roma vice presidente del Touring club italiano, sostiene che si potrebbe dedicare una traccia della candidatura. Non è il primo a crederlo ma è anche vero che finora questa volontà non ha preso forma. I due castelli sono un altro valore indiscutibile del patrimonio di Brindisi, il sindaco Marchionna li ha già mostrati al direttore artistico Chris Torch.

La città dei due castelli

Il castello Svevo conosciuto come il maniero di terra e voluto da Federico II e il castello Aragonese noto come Forte a mare che è un tutt’uno con l’isola di Sant’Andrea su cui sorge. Il coreografo brindisino Emio Greco, apprezzato in tutto il mondo per la sua danza, ha dichiarato che la candidatura potrebbe essere l’occasione per metterli in connessione. Molti dei beni storici più importanti di Brindisi affacciano sul porto, i metri di acqua che li separano sono davvero pochi ed è il sogno di tutti i brindisini, ma diverrebbe anche il fascino per ogni visitatore, poterli raggiungere via mare. Basti pensare che lo spostamento in motobarca è una delle esperienze più romantiche per i turisti. Spostandoci dalla sommità della scalinata Virgilio si arriva in piazza Duomo dove il 9 novembre del 1225 venne celebrato il matrimonio tra Federico II ed Isabella di Brienne.

Il Risorgimento e l'età contemporanea

Facendo un salto in avanti di 6 secoli, nella prima metà dell’800, nel vicino seminario si formò agli studi classici Salvatore Morelli, un politico illuminato e riformatore, figlio della nostra terra (nato a Carovigno), che fu determinante nel porre la questione della donna al centro delle decisioni parlamentari. Inoltrandoci all’interno del centro cittadino, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ci ricorda che non può mancare nel dossier di Brindisi il Tempietto di San Giovanni al Sepolcro. La chiesa dell’XI secolo oltre al pregio storico custodisce le tracce del passaggio dei templari. Il giardino annesso al bene ha una storia curiosa e più recente, il terreno era di proprietà dell'attore Ubaldo Lay che avrebbe voluto farne un parco, negli ultimi anni è stato ceduto dagli eredi al Comune che lo ha valorizzato con ortaggi, erbe aromatiche e selvatiche della tradizione brindisina, oltre al roseto. Tornando nel porto troviamo, tra i monumenti che non possono mancare, il capannone ex Montecatini che negli ultimi anni ha ospitato diversi concerti dimostrando anche le qualità acustiche della struttura in legno che appare come una cattedrale sul mare.

Il “bosco” del Casale

Spostandoci nel seno di Ponente al quartiere Casale è nascosto all’interno del bosco da poco restituito alla collettività, l’ex collegio navale Tommaseo, anche qui come per il capannone ex Montecatini, le proposte sono quelle di farne un centro culturale, non solo per la fruizione ma soprattutto per la produzione e la formazione. Puntare sull’economia della conoscenza, lo ha affermato anche il sindaco, per dare una direzione diversa al futuro della città che sta attraversando la sua transizione ecologica. È urgente trovare un’inversione di tendenza anche alla fuga dei giovani, lo hanno sottolineato in tanti nel dibattito sulla candidaura a Capitale della cultura e lo ha dichiarato Emilia Mannozzi, direttrice del museo archeologico Ribezzo, che chiede che nella progettazione della candidatura non manchi lo sviluppo sociale. Tra chi ha vissuto il complesso monumentale del Tommaseo in giovanissima età c’è stato il cantautore Sergio Endrigo. È tra quegli alberi e la vista del porto che il poeta della musica suonava la sua chitarra. Lo racconta sua figlia Claudia tra le pagine del libro dedicato al padre. Passeggiando al villaggio Pescatori Endrigo si innamora di Teresa, a cui molto probabilmente dedica successivamente la canzone omonima. Dalle tracce più lontane nel tempo a quelle più vicine e a noi, tutte nutrono il desiderio di Brindisi di emergere con la sua storia ricca d’ispirazione e la sua anima accogliente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA