Social freezing, sempre più donne ricorrono al congelamento degli ovuli: a ritardare la maternità soprattutto laureate e benestanti

Ad accendere i riflettori su questa pratica è stata Bianca Balti, che qualche giorno fa ha confessato di volerla regalare alla figlia

Social freezing, sempre più donne ricorrono al congelamento degli ovuli: a ritardare la maternità soprattutto laureate e benestanti
Social freezing, sempre più donne ricorrono al congelamento degli ovuli: a ritardare la maternità soprattutto laureate e benestanti
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Lunedì 11 Marzo 2024, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 18:05

Ritardare la maternità tramite il "Social Freezing". Questa l'ultima tendenza, non solo a livello mondiale ma anche in Italia. Secondo Silvia Colamaria, ginecologa e ostetrica specializzata in medicina della riproduzione, in forze al Centro Genera di Roma, dopo il Covid le procedure di preservazione della fertilità per motivi personali e non medici stanno infatti crescendo del 20% ogni anno, registrando numeri molto importanti. A beneficiarne, soprattutto donne laureate e benestranti tra i 30 e i 40 anni.

Bianca Balti: «Congelamento degli ovuli? Vorrei regalarlo a mia figlia Matilde così si fa la sua vita e diventa mamma quando vuole»

La scelta di congelare gli ovuli

Continua ad aumentare anche in Italia la pratica del "Social Freezing", la tecnica di preservazione della fertilità che può essere richiesta dalle donne che desiderano programmare una gravidanza in futuro, garantendosi una maggior probabilità di riuscita nel caso in cui, con il passare del tempo, vada incontro a difficoltà di concepimento imputabili ad una fisiologica riduzione della propria fertilità. Una terapia, questa, tornata sotto i riflettori grazie alla modella Bianca Balti, che pochi giorni fa aveva confessato sui social di voler regalare alla figlia la possibilità di crioconservare i propri ovociti, come ha fatto lei stessa: «Ho detto a mia figlia Matilde, che adesso ha 17 anni: "Quando hai 21 anni ti regalo il social freezing, così non ci pensi più, ti fai la tua vita e quando vuoi una gravidanza hai già tutto il necessario". Sarebbe fantastico se fosse gratuito per tutte, per non avere la pressione dell'orologio biologico. Nella vita bisogna pensare a che cosa è importante per noi. Per me questa è stata una scelta che mi ha donato libertà, soprattutto nel mio caso di non rimanere in una relazione solo per paura di non poter avere la mia terza maternità. Un investimento che facciamo su noi stesse. Il fatto è che noi donne non siamo abituate a farlo senza sensi di colpa». 

L'aumento della procedura in Italia

La scelta di Bianca Balti è condivisa da moltissime altre persone, italiane e non. Come spiegato all'Adnkronos Salute da Silvia Colamaria, ginecologa e ostetrica, specializzata in medicina della riproduzione, in forze al Centro Genera di Roma, dal 2021 sono infatti sempre di più le donne che ricorrono a questa terapia: «Le procedure di preservazione della fertilità per motivi personali e non medici crescono del 20% circa, di anno in anno. Ma ancora le donne ne sanno troppo poco.

E i numeri in valore assoluto non sono alti. Molto spesso ci troviamo ad avere pazienti che ci dicono: non sapevo neanche che esistesse. Il messaggio secondo me è invece molto bello: è provare a dare un pò di riequilibrio a quella grande ingiustizia biologica che c'è tra l'uomo e la donna». «Purtroppo oggi - ragiona il medico - viviamo in una società che ci porta a cercare una gravidanza spesso troppo tardi rispetto a come funzionano le nostre ovaie e il nostro sistema riproduttivo. A 40 anni siamo "giovani", spesso all'inizio della carriera, magari dobbiamo ancora accasarci o stabilirci economicamente, ma purtroppo biologicamente da un punto di vista riproduttivo è molto tardi. Già dopo i 35 anni è più difficile avere una gravidanza e aumentano i rischi connessi all'età materna, il rischio di aborto e di anomalie cromosomiche. Da ginecologa che si occupa di questo andrei nelle università a dire: ragazze studiate, fate la vostra carriera ma pensate o a fare figli prima, se ci sono le condizioni, o a mettere qualcosa da parte. Non è garanzia di nulla ma è un pò provare a fermare il tempo. Un piccolo assegno in bianco», lo definisce l'esperta.

@ilmessaggero.it "Bisognerebbe avere il primo figlio a 27 anni e il secondo a 32". Fabrizio Cerusico, ginecologo ed esperto di fertilità al talk #MoltoDonna riflette su alcune sfide importanti per combattere l'infertilità femminile e sulle soluzioni proposte dalla medicina. . . . [#IlMessaggero] #fabriziocerusico #ovuli #donna #fertilità #salute #medicina #socialfreezing #figli #famiglia #età ♬ Chill Vibes - Tollan Kim

Il momento migliore e l'identikit di chi fa social freezing

«Se mi piace il messaggio di Bianca Balti? Sì. Forse 21 anni è anche un pò presto, nel senso che congelare gli ovociti a 20 o a 30 anni da un punto di vista scientifico non fa differenza. La differenza la fa dopo i 35-36 anni. Idealmente, infatti, la letteratura scientifica consiglia di valutarlo prima dei 35 anni, cioè nella finestra in cui abbiamo la migliore qualità ovocitaria disponibile. Quindi, sicuramente è un messaggio forte», quello di Bianca Balti, «fatto da una persona dello spettacolo che ha un'influenza sui giovani», quindi un potenziale informativo.

L'identikit di chi oggi fa social freezing? «Sono ancora persone di un ceto socioeconomico medio-elevato», per via del costo. «Donne laureate e informate sull'età biologica e sul rischio di fallimento delle gravidanze dopo una certa soglia. La maggior parte ha tra i 30 e i 40 anni. E dopo i 35-37 anni si valuta il caso specifico, nel senso che tecnicamente si può congelare, ma vanno valutati diversi fattori: la riserva ovarica, il numero delle uova che potenzialmente possiamo congelare per rendere il rapporto costo-beneficio a favore». Mamme che accompagnano le loro figlie? «Ne vediamo qualcuna», dice Colamaria.

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