Roma, Fatebenefratelli: terapia intensiva neonatale sempre aperta ai genitori

Roma, Fatebenefratelli: terapia intensiva neonatale sempre aperta ai genitori
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Lunedì 7 Marzo 2016, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 20:42
E' accessibile 24 ore al giorno ai genitori di bimbi con patologia, l’Unità di Pediatria, Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (Tin) dell’Ospedale San Giovanni Calibita - Fatebenefratelli all’Isola Tiberina. Il nuovo servizio apre in occasione della Solennità di San Giovanni di Dio, Fondatore dei Fatebenefratelli, celebrato l’8 marzo. Si tratta della prima struttura ospedaliera del Lazio ad offrire ai genitori e ai piccoli ricoverati la possibilità di stare “a contatto” in qualsiasi momento della giornata.

L’Ospedale, che registra annualmente oltre 4.000 parti, assiste ogni anno circa 600 neonati con patologia, di cui 400 prematuri. “La letteratura scientifica internazionale – spiega Luigi Orfeo, Primario della Unità di Pediatria, Neonatologia e Tin del Nosocomio – già dai primi anni ’70 ha dimostrato l’utilità di consentire ai genitori l’accesso libero alla Terapia Intensiva Neonatale favorendo l’attaccamento madre-bimbo e migliorando gli sviluppi futuri della personalità del bambino”.

Il nuovo servizio h24 per i piccoli risponde inoltre alle raccomandazioni espresse di recente dal Tavolo tecnico ministeriale per l’Allattamento al Seno (TAS) che evidenzia i benefici legati all’accesso libero dei genitori nei reparti di cura neonatale: riduzione dello stress familiare, migliore consapevolezza delle cure praticate, riappropriazione della funzione genitoriale, facilitazione del contatto “pelle a pelle” tra genitori e bambino (metodo canguro) con positivi effetti su metabolismo, stabilità e sviluppo psico-motorio dell’infante.

Oltre, ovviamente, alla facilitazione dell’alimentazione con il latte materno, ottimizzandone la produzione e l’avvio. “Si tratta di un ulteriore traguardo raggiunto nell’importante percorso di accoglienza che il Nosocomio porta avanti da molti anni con i familiari dei bambini ricoverati - commenta Orfeo - .
Ci siamo attrezzati soprattutto con corsi di comunicazione e di formazione rivolti al personale per interagire al meglio con i genitori nel tempo prolungato e favorire la loro presenza in reparto affinché possano stare vicino al bambino ed accudirlo in ogni momento della giornata, insieme agli operatori presenti”.
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