I no alla prevenzione/ Quel calcio alla scienza ci rimanda nel passato

di Silvio Garattini
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Martedì 25 Ottobre 2016, 00:42
Bene ha fatto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a lanciare un appello che è quasi un allarme. Si deve credere alla scienza e non ai guaritori. Sconsiderato chi non crede nei vaccini. È un pronunciamento molto forte con termini non comuni nelle prese di posizione istituzionali.
L’allarme è certamente commisurato al problema. Le vaccinazioni, quelle una volta obbligatorie ed oggi raccomandate, sono in grande diminuzione nel nostro Paese. Per avere una copertura efficace è necessario vaccinare almeno il 95% della popolazione, mentre in alcune provincie e regioni italiane le vaccinazioni risultano inferiori al 70%. Ciò ha determinato una presa di posizione da parte della Organizzazione mondiale della sanità che ha rimproverato all’Italia di essere il Paese europeo con il maggior numero di casi di morbillo, una malattia che viene spesso sottovalutata, mentre può essere potenzialmente molto grave.

Eppure occorre ricordare che i vaccini hanno cambiato la storia della medicina. Gravi malattie infettive che determinavano la morte delle giovani generazioni sono state debellate ed hanno contribuito ad aumentare la durata di vita dell’umanità. Sembra strana questa disaffezione nei confronti delle vaccinazioni perché i vaccini sono certamente i migliori farmaci esistenti. Infatti la maggior parte dei farmaci agisce in modo favorevole solo su di una piccola parte dei pazienti trattati.
Mentre i vaccini agiscono sulla quasi totalità dei soggetti trattati. Inoltre i vaccini sono poco costosi, si usano solo in poche dosi, hanno effetto per quasi tutta la vita. Non solo ma in alcuni casi, come per il vaiolo e fra poco si spera anche per la poliomielite, i vaccini fanno sparire la malattia e perciò non devono essere più somministrati.
Come mai quindi a vantaggi così importanti esistono posizioni così contrastanti e addirittura autolesive? Come mai molti genitori non esitano a negare una protezione ai loro figli?

La risposta è certamente molto complessa e richiede una risposta articolata. Purtroppo una parte della popolazione forse relativamente piccola, ma molto aggressiva, ha assunto un atteggiamento antiscientifico su molti temi a priori. È psicologicamente sorda e perfino poco disponibile ad ascoltare le ragioni degli altri. Il profilo di queste persone comprende spesso oltre all’anatema per le vaccinazioni altre caratteristiche: l’avversità agli Ogm,il favore all’omeopatia, l’attenzione agli oroscopi, il sostegno alle terapie frutto di ciarlataneria per non parlare della creduloneria nei confronti della terapia Di Bella o della “bufala” di Stamina.
Come mai questo odio alla scienza? Nasce spesso da alcune disgrazie famigliari attribuite alla incapacità della scienza a dare risposte, ma anche da informazioni fuorvianti e false che non sono state adeguatamente valutate perché non smentite in modo efficace da chi ne avrebbe la funzione. Ad esempio, Andrew Wakefield è responsabile della informazione secondo cui molte forme di autismo nei bambini sarebbero la conseguenza delle vaccinazioni. Niente di più falso perché nessuna ricerca scientifica ha potuto stabilire il nesso fra vaccinazioni ed autismo. Tanto è vero che l’autore ha dovuto ritirare le sue pubblicazioni ed ha subito condanne di vario tipo inclusa l’espulsione dalle società scientifiche.

Tuttavia mentre le informazioni negative hanno invaso i mass-media, la smentita è stata confinata a poche righe e soprattutto non è entrata nella catena dei social network dove circolano le notizie più strane senza alcun controllo confondendo il pubblico. Esiste purtroppo una grande mancanza di preparazione per saper distinguere nella massa di informazioni contrastanti ciò che è attendibile e ciò che è dettato da interessi ideologici o economici. Per contrasto manca o è poco diffusa l’informazione indipendente. Il ministero della Salute è intervenuto rapidamente con il Piano nazionale delle vaccinazioni che tuttavia è rimasto confinato nell’ambito dei pochi addetti ai lavori senza coinvolgere i genitori che sono poi i decisori per quanto riguarda le vaccinazioni.
Occorre lavorare più in profondità e a livello di internet dove si devono fornire informazioni capillarmente. Medici e pediatri devono essere più attivi nel promuovere le vaccinazioni. Purtroppo gli Ordini dei medici sono stati obbligati ad emettere sanzioni per chi si muoverà in senso antivaccinazioni. I politici devono avere il coraggio di formulare disposizioni per impedire l’accesso agli asili ed alle scuole elementari a chi non è vaccinato senza troppe preoccupazioni per la eventuale perdita di voti elettorali. Molto più in generale val la pena di sottolineare che occorre rafforzare le conoscenze scientifiche attraverso la scuola a tutti i livelli. Non tanto nei contenuti quanto nei principi con cui si sviluppano le conoscenze basate sui principi scientifici. In Italia la scienza non fa parte della cultura che rimane ancora oggi di tipo letterario-filiosofico-giuridico. Si vivrà in futuro sempre di più in una società che richiedeà, anche per la salute, di fare scelte sempre più complicate. Sarà impossibile farle senza un’adeguata cultura scientifica.
 
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