Sminuzzare le pillole è una pratica rischiosa: ecco perché non bisogna farlo

Sminuzzare le pillole è una pratica rischiosa: ecco perché non bisogna farlo
di Alessandra Iannello
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Mercoledì 6 Dicembre 2017, 21:54 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 19:45
Troppo spesso la pezzatura di pillole e pastiglie rende i farmaci di difficile ingestione, soprattutto per gli anziani che già hanno problemi di deglutizione dovuti dall'età. La questione è, a loro parere, di facile soluzione. Basta prendere la pastiglia e tagliarla a metà o, ancora meglio, triturarla dentro zuppe o frullati, ma questa pratica può essere molto pericolosa.

«Succede spesso di modificare i farmaci per renderli più facili da deglutire dice Nicola Ferrara, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) e ordinario di medicina interna e geriatria dell'università Federico II di Napoli - capita a chiunque ma soprattutto agli anziani tra i quali la quota di chi altera i farmaci anche per aggiustare la terapia raggiunge il 41% dei pazienti mentre il 20% li camuffa poi nei cibi. Ma i dati mostrano che anche con il taglia-pillole, il mezzo più preciso per intervenire, una pastiglia su tre è divisa male e la dose ottenuta è più alta o più bassa di almeno il 15% rispetto a quella prescritta. Ciò può essere pericoloso in caso di farmaci con una finestra terapeutica stretta, che hanno cioè effetti tossici a dosaggi che si discostano anche di pochissimo dalla terapia. Non vanno spezzate o schiacciate, pena la perdita di efficacia e di tollerabilità, anche le compresse gastroresistenti, come pure le capsule rivestite e quelle a rilascio lento o prolungato».

RESIDENZE PER ANZIANI
Inoltre, soprattutto in casa, gli anziani o chi si occupa di loro, tritano o dividono farmaci diversi usando sempre lo stesso strumento: una pratica ancora più pericolosa perché potrebbe portare a reazioni allergiche o ulteriori interazioni dovute ai residui di farmaco. La pratica di alterare i farmaci è diffusa soprattutto nelle residenze per anziani. Un'indagine condotta su oltre 200 ospiti di residenze lombarde ha però dimostrato che è possibile ridurre il ricorso all'alterazione dei farmaci fino al 70%, in modo semplice e senza costi aggiuntivi. «Medici e fisioterapisti spiega Luisa Guglielmi della Fondazione casa di riposo di Robecco d'Oglio (Cremona), autrice dello studio hanno rivalutato ciascun paziente trovando per molti modalità alternative, per esempio la somministrazione della pastiglia intera assieme a yogurt, budini o altri cibi di consistenza facile da deglutire, oppure farmaci analoghi o equivalenti in diversa formulazione, dalle gocce ai granulati».
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