Volteggia lì in alto al quarto posto, stretta tra Kamala Harris e Taylor Swift. La prima vicepresidente afroamericana degli Stati Uniti e la più grande pop-star del pianeta. In mezzo c'è Giorgia Meloni, premier, "donna e madre italiana", da underdog della politica a timoniera di Palazzo Chigi.
Per Forbes è lei la quarta donna più influente al mondo. Così ha decretato la classifica delle "donne più potenti al mondo" pubblicata ieri, come ogni anno, dalla prestigiosa rivista finanziaria americana. Quattro i parametri scelti: "denaro, influenza sui media, impatto e ambito di riferimento". Eccolo, il nuovo trofeo da appendere alla bacheca internazionale della premier che ultimamente colleziona copertine e podi in classifica sulle riviste patinate d'Oltreoceano. Alcune più generose di altre nel giudizio sul suo primo anno al timone dell'esecutivo. A incoronarla "una delle donne più influenti d'Europa", solo una settimana fa, era stato il magazine americano Politico, con un assist che a Palazzo Chigi lo staff della premier ha preso al balzo: Meloni «ha ribaltato le aspettative», scriveva, sottolineando però la natura "camaleontica" del suo percorso politico. Sulla copertina di Forbes l'asticella si alza.
LE REAZIONI
Sicché ieri la notizia ha strappato un sorriso al team della comunicazione della premier (che sui rapporti con i media internazionali si è appena rafforzato: guiderà la macchina il consigliere dell'ufficio diplomatico Andrea Arnaldo). Un po' perché, rispetto all'anno scorso, Meloni scala posti in classifica. Allora, appena varcato il portone di Palazzo Chigi dopo l'exploit alle urne, era settima, dietro a Melinda Gates, filantropa e moglie del genio di Microsoft Bill. Oggi è quarta e primeggia con altre superdonne scelte da Forbes. Al primo posto svetta Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. Solo "Ursula" per "Giorgia": tra le due, un po' per feeling un po' per convenienza politica, è nata un'intesa che sembra reggere alle intemperie tra Roma e Bruxelles. Subito dietro, al secondo posto, ecco Christine Lagarde, la presidente di ghiaccio della Banca centrale europea (Bce), già a capo del Fondo monetario internazionale.
Chi la conosce bene però spiega che la leader della destra italiana dà il giusto peso a podi e classifiche. Un po' per scaramanzia. Tre anni fa l'inglese Times la posizionò in cima ai leader mondiali al fianco di Suleimani, il generale iraniano fatto incenerire due settimane dopo con un missile da Donald Trump. Un incidente del destino che le strappò un sorriso, «forse meglio restare fuori dalle classifiche». Adesso però è diverso. E se l'endorsement arriva da Oltreoceano, sulle riviste più patinate d'America, per Giorgia la "super-atlantista" è una soddisfazione in più.