Disturbi sessuali, ne soffre più del 10 per cento dei ragazzi: il risultato in una ricerca

Disturbi sessuali, ne soffre più del 10 per cento dei ragazzi: il risultato in una ricerca
di Antonio Bonanata
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Mercoledì 3 Agosto 2016, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 23:38
Secondo un recente studio, tra i giovani inglesi sessualmente attivi più del 10 per cento ha recentemente sofferto di gravi disfunzioni. Analizzando i dati raccolti tra quasi 2400 ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, si è scoperto che il 44 per cento delle giovani donne e il 34 per cento dei giovani uomini ha avuto a che fare, nel corso del 2015, con uno o più disturbi sessuali, durati almeno tre mesi.
Bisogna subito precisare che, sul totale dei casi analizzati (2392 persone), ben 517 sono risultati sessualmente inattivi (e anche questo è un dato su cui riflettere). Il nove per cento dei ragazzi e il 13 per cento delle ragazze è incappato in difficoltà così limitanti da sentirsi addirittura “angosciato” per l’accaduto. Andando più nello specifico, si è visto che il disagio maggiore tra le giovani donne con una vita sessuale attiva è il raggiungimento dell’orgasmo (sei per cento), a fronte di un cinque per cento di loro che identifica come problema la totale mancanza di interesse per il sesso. Tra i ragazzi, invece, la difficoltà più invalicabile è un precoce raggiungimento dell’eccitazione (cinque per cento), unita alla fatica nell’arrivare ad un’erezione e mantenerla (tre per cento).
Commenta Kristin Mitchell, che insegna all’Università di Glasgow dopo un periodo alla London School of Hygiene & Tropical Medicine e figura tra gli autori della ricerca: «Quando si parla di sessualità in riferimento agli adolescenti, l’interesse di chi opera nel campo si concentra sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate. Tuttavia, dovremmo considerare la sessualità in senso molto più ampio, e come le difficoltà legate al sesso possano avere un impatto a lungo termine sul benessere sessuale dei ragazzi».
La dottoressa Mitchell aggiunge poi che i risultati dello studio hanno mostrato come disagi sessuali fortemente invalidanti non siano solo un problema per ultracinquantenni, poiché risultano ugualmente diffusi tra giovani, adolescenti e giovani adulti. L’autrice dell’indagine suggerisce, inoltre, che i programmi di educazione sessuale e di assistenza sanitaria dovrebbero fornire ai ragazzi le giuste rassicurazioni e opportunità per discutere e affrontare quanto prima queste difficoltà.
«Se vogliamo migliorare il benessere sessuale nella popolazione del Regno Unito, – dichiara infatti Kristin Mitchell – bisogna accostarsi alle persone all’inizio della loro vita sessuale, altrimenti mancanza di conoscenza, ansia e vergogna possono trasformarsi in ostacoli che ci si porta dietro tutta la vita, andando a compromettere il piacere sessuale e i rapporti di coppia». Ma il discorso si può estendere alla popolazione occidentale tout court e non soltanto a quella britannica, dato che analoghi problemi sono stati riscontrati anche nei giovani di altri paesi europei.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Adolescent Health, evidenzia che circa un terzo dei ragazzi con simili difficoltà ha chiesto aiuto, solitamente alla famiglia, agli amici o a siti internet “fai-da-te”; mentre, il quattro per cento dei maschi e l’otto per cento delle donne si è rivolto a specialisti ed esperti in disfunzioni sessuali. Infine, un ultimo dato interessante: il dieci per cento di coloro che non hanno praticato sesso nel corso dell’ultimo anno ha dichiarato di averlo accuratamente evitato, proprio a causa di precedenti esperienze negative legate alla sfera sessuale, e non solo personali ma anche del partner.
Kaye Wellings, che ha preso parte alla ricerca (è un’altra docente presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine), denuncia come l’educazione sessuale sia spesso «insufficiente sulle problematiche legate al piacere fisico. Ma esse sono chiaramente importanti per la popolazione più giovane e dovrebbero essere affrontate». La dottoressa Wellings aggiunge poi che «l’educazione sessuale potrebbe fare molto di più per sfatare i miti legati al sesso, discutere sul piacere e promuovere l’eguaglianza di genere nelle relazioni: insegnare ai ragazzi l’importanza della comunicazione e del rispetto in un rapporto è una chiave per aiutarli a capire e ad affrontare le disfunzioni in cui potrebbero imbattersi nel corso della loro vita sessuale».
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