Figli d'alcolisti, uniti si vince

Figli d'alcolisti, uniti si vince
di Carla Massi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Maggio 2017, 19:37 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 14:51

Ha poco più di sedici anni. Da quando è piccolo ha memoria di un padre malato. Di alcolismo. Un padre che oscilla tra sobrietà, sonno, scenate, assenze pur nella presenza in casa. Una madre che si logora per proteggere i due figli. Una famiglia che oggi lui stesso definisce malata. «Perché abitiamo - racconta Stefano - in casa con un bevitore compulsivo».
«La maggior parte dei genitori dice che i bambini non si sono accorti di niente ma non è così. Eppure, anche se piccoli, quante volte ci viene affidato l'incarico di accudire e controllare un genitore che ha bevuto. Quante volte crediamo, perché bambini, di essere noi i colpevoli di tutto quel disastro in casa». Stefano ha viso e corpo da adolescente ma la testa da vecchio saggio. Da poco più di un anno frequenta i gruppi di auto-aiuto Alateen dei figli di chi abusa di alcol.
Andrà anche lui, domenica prossima, a San Lazzaro di Savena (Bologna) nella sala dell'Oratorio della parrocchia di San Francesco per il seminario nazionale. Tutti i ragazzi di Alateen (www.al-anon.it Numero verde 800 087 897) riuniti, come si legge sulla locandina dell'incontro, per Aiutare me stesso - Il programma che mi aiuta ad abbattere i muri e a costruire un ponte verso una nuova vita.

I NUMERI
In Italia i malati alcolismo sono circa un milione e mezzo ma solo 100mila in trattamento. Al loro disagio va sommato quello dei parenti e, soprattutto, quello dei più giovani. Alateen è una costola di Al Anon l'associazione dei gruppi di auto-aiuto per i familiari di bevitori compulsivi. Negli ultimi anni il numero dei ragazzi coinvolti in famiglie così addolorate è cresciuto: da qui l'organizzazione di incontri settimanali solo per gli adolescenti.
Gruppi di sei o sette, due adulti Al Anon che sorvegliano ma non interferiscono nella gestione del gruppo. Età media: 12-18 anni. Minorenni sopraffatti dalla vergogna, dall'angoscia di non essere amati, dalla paura di perdere un genitore, dalla consapevolezza di poter fare poco. «I più giovani devono imparare a proteggersi, a capire la situazione in cui vivono oltre il malessere - spiega Loredana portavoce dei gruppi Al Anon Lazio e Campania - La loro angoscia e il loro tormento, non troppo diversi da quelli di noi adulti legati ad una persona che sta così male, non possono occupare tutti gli spazi emotivi e decidere per le loro giornate».

GLI AMICI
«Il loro riunirsi serve a raccontarsi, come possono vista l'età, come stanno, che situazioni hanno dovuto affrontare e come sono riusciti, comunque, a vivere tra casa, scuola, sport e amici - spiega - Ricordiamo che stiamo parlando di ragazze e ragazzi che hanno molte difficoltà a tenere relazioni con l'esterno. Certo non invitano mai nessuno a casa. E il loro crescere è fermato da ostacoli che si presentano ogni giorno».
Non immaginiamo incontri in cui il pianto di uno diventa il pianto di tutti. Piuttosto la forza di reagire di uno diventa la forza di tutti. Insieme i ragazzini delle medie e quelli del liceo che si nascondono ma scalciano e fanno esercizi per uscire allo scoperto. «Prima evitavo anche di andare a giocare a pallone perché non volevo che venisse mio padre a vedermi - aggiunge Stefano - ora ci vado lo stesso. Gioco per me e per la mia squadra, non per gli occhi spaventati di mio padre. Che, oggi, dopo aver ascoltato me ora sta cominciando anche lui ad andare ai gruppi degli alcolisti anonimi».

IL PROGRAMMA
I figli diventano genitori. E, anche se hanno solo 14 anni, si aiutano a vicenda seguendo il programma dei Dodici passi, provando a far proprie le regole che permettono ai giovani di trovare una via d'uscita. Tenendo a mente che «la compulsione del bere è una malattia» e che «è possibile distaccarsi emotivamente dai problemi dell'alcolista pur continuando ad amarlo».
I piccoli come i grandi. Il gruppo, l'aiuto collettivo, l'attenzione per il singolo e la certezza di non essere più soli. «Il non sentirsi più soli - spiega ancora Loredana - è la vera conquista. Per anni, accanto a chi sta male, capita di restare impietriti dentro casa. Nel disperato tentativo di soffocare la rabbia e di vivere. Soltanto lo stare insieme, noi di Al Anon, riusciamo a ritrovare la nostra immagine integra. Nonostante tutto». Per i giovani l'obiettivo è quello di schivare i colpi più grossi, imparando ad appoggiarsi all'amico che è accanto a te nel gruppo. Lui o lei sa bene di che si parla.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA