Capitale italiana della cultura, Torch direttore artistico della candidatura. Marchionna: «La bellezza della città abbaglia chi la scopre»

Il Nuovo Teatro Verdi
Il Nuovo Teatro Verdi
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 4 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:12

È rimasto affascinato dalla città ma anche dalle alcune particolari idee riguardanti la candidatura a Capitale italiana della cultura Chris Torch, che da ieri è ufficialmente il direttore artistico della candidatura, come stabilito ufficialmente nelle scorse ore dalla giunta municipale. A raccontarlo è il sindaco Giuseppe Marchionna, che ha voluto con forza che Brindisi si misurasse con questa sfida.

Perché la scelta è ricaduta su Torch fin dall'inizio?

«Perché è un personaggio di altissimo profilo, che vanta un curriculum notevolissimo.

Stiamo parlando di uno che ha vinto per tre anni consecutivi il titolo di Capitale europea della cultura con Matera, Fiume e Timisoara. Siamo andati a prendere il non plus ultra, avendo da subito la possibilità di contattarlo tramite amici comuni. Io l’ho invitato e due settimane fa ha passato una giornata con me e gli ho raccontato le mie idee».

Cosa ha apprezzato, in particolare? Cosa lo ha colpito?

«Gli ho mostrato i castelli e le emergenze monumentali più significative e devo dire che lui è rimasto molto affascinato dalla città. Una cosa che sto riscontrando quotidianamente. Il 27 mattina, per esempio, ho fatto da Cicerone ai miei tre amici scrittori, Genisi, De Franchi e Perna, e sono rimasti letteralmente abbacinati. Genisi, poi, nel suo intervento ha ricordato come la descrizione del territorio e l’ambientazione dei romanzi in territori particolari sia decisiva. Bari Vecchia, per esempio, prima della fiction di Lolita Lobosco era un posto che tutti evitavano. Ora c’è la fila per entrarci. E poi Torch è rimasto conquistato dalla puntualità e dal nitore della proposta, in particolare dall’idea della cultura come valore aggiunto dell’economia post-industriale. Per non parlare del fatto che la città merita, è bellissima e in pieno rilancio».

Cosa si vuole ottenere con questa candidatura, a prescindere dalla vittoria?

«Io ho proposto, e lui ha condiviso, poi, per carità, dobbiamo avviare la fase di ascolto e abbiamo già un preciso programma che coinvolge istituzioni, aziende presenti sul territorio, il forum del terzo settore, la rete scolastica, le Case di quartiere, i sindacati e tutti gli organismi di tutela sociale. Ma il ragionamento è quello di un dossier di candidatura che gioca sulla porta del Mediterraneo, che siamo sempre stati, quindi questo tratto di internazionalità, di mediterraneità della nostra storia cittadina che ancora oggi è stata vieppiù sottolineata dall’ambasciatrice d’India, nel nome e nei fasti della vecchia Valigia delle Indie. Il secondo aspetto riguarda il fatto che rispetto alle caratteristiche fondamentali di partecipazione, sul fronte dell’inclusione sociale noi siamo molto avvantaggiati, perché siamo una delle quattro città in Italia, e l’unica al Sud, che si possono fregiare di una rete di Case di quartiere, che sono presìdi della democrazia partecipata. Infine, l’idea della necessità di riprogettare, alla fine di un ciclo industriale, il nostro futuro attraverso l’economia della conoscenza, con la consapevolezza che è la cultura il valore aggiunto dell’economia post-industriale».

Perché avete scelto la candidatura a Capitale italiane invece che europea?

«Perché il meccanismo di rotazione in Europa, considerato che abbiamo avuto di recente Matera, prevedeva che il nostro turno sarebbe stato nel 2033. Troppo tardi».

In questi giorni non sono mancate idee e proposte. Che peso avrà la partecipazione degli operatori della cultura e dei cittadini?

«Assolutamente rilevantissima. Uno degli aspetti fondamentali è l’ampia fase di ascolto di tutti cittadini e delle associazioni in qualunque forma. Tra poco, tra l’altro, renderemo pubblico quello che abbiamo fatto per tempo e che dimostra che a questo pensavamo da un po’. Ad ottobre dell’anno scorso, infatti, abbiamo avviato una fase di mappatura di tutte le associazioni del Terzo Settore ed il lavoro è ormai pronto. Volevamo arrivare a questo forum da organizzare settorialmente. Questo dimostra che siamo arrivati preparati a questa candidatura e che bisogna solo “cucire” un vestito della festa adatto a rappresentare questa articolata realtà. Ed ecco perché abbiamo chiamato come un gran maestro di cerimonie come Chris Torch».

Esisterà una “casa” della candidatura a Capitale della cultura? Un luogo che rappresenti il rilancio culturale della città?

«Noi, a differenza di altri, non costituiremo una fondazione perché abbiamo già la Fondazione Nuovo Teatro Verdi, che è la nostra longa manus nella cultura. Come penso si stia già vedendo, il teatro è aperto a moltissime attività. Questo è il punto di partenza fondamentale. Il mio obiettivo, infatti, è rendere il teatro il cuore pulsante di tutta questa attività culturale».

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